Come farsi una legge elettorale “su misura”

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Che diremmo se Moggi e Galliani (magari pure con Moratti) si riunissero per decidersi da soli, e a loro esclusivo vantaggio, le regole del campionato di calcio? Magari potrebbero decidere che i gol delle squadre che hanno la maglietta a strisce verticali valgono di più, oppure che alcune squadre debbano segnare due volte per vedersi assegnato un gol, e così via. Io credo che se una cosa del genere accadesse ci sarebbe una sollevazione popolare.

Ma per la legge elettorale sta succedendo qualcosa di molto peggio, stanno producendo un vero e proprio “golpe bianco”, e non si vedono ancora sollevazioni, né mobilitazioni, al riguardo.
La legge elettorale è qualcosa di simile al regolamento di una gara, è infatti la legge che detta le regole della competizione elettorale, dunque una delle cose più delicate e direi sacre in una democrazia. Quella legge più di qualsiasi altra dovrebbe essere il frutto di un grande dibattito pubblico e dell’accordo di tutti i partiti, tutti quelli rappresentati in Parlamento ma anche (mi permetto di dire) quelli che ne sono stati esclusi a causa della precedente legge elettorale “porcellum”, che ora ammettono fosse una schifezza. Invece la legge elettorale la stavano scrivendo, in gran segreto, solo i rappresentanti della “strana” maggioranza che sostiene il Governo Monti (Quagliarello per il PdL, Violante per il PD e Adornato per l’UDC: tre nomi che sono tutto un programma): ciò di cui discutono, e su cui litigano, non è come produrre una legge elettorale veramente democratica e rispettosa della Costituzione ma, vergognosamente, come farsi una legge elettorale “su misura”, come trarne il massimo profitto per i loro partiti e garantirsi comunque la vittoria alle elezioni. Non hanno forse detto tutti, chi più chi meno, che dopo Monti c’è solo…Monti? La legge elettorale deve dunque garantire questo risultato, quale che sia la rabbia sociale e l’opposizione che cresce, e può crescere ancora, nel Paese.

Le proposte che sono filtrate dalla Trimurti montiana hanno dell’incredibile: un premio di maggioranza ai due partiti che arrivano primo e secondo (una mostruosità mai vista al mondo, ma che avrebbe contentato sia il PD che il PdL), poi il premio di maggioranza del 15% dei seggi per chi arriva primo, così che se un partito (diciamo, tanto per dire: il PD) prende solo il 25% dei voti però potrebbe ottenere lo stesso il 40% dei seggi (e perché mai?); altri (sia nel PdL che nel PD) hanno sognato nientemeno che un gollismo senza generale De Gaulle, cioè l’elezione diretta del presidente della Repubblica (alla faccia del carattere parlamentare della nostra Costituzione!) e un bel doppio turno, per far fuori tutti coloro che non sono di centrodestra o di centrosinistra; insomma vogliono portare in Italia il sistema elettorale gollista che Mitterrand definì «un colpo di Stato permanente».
Su una cosa sembrano già tutti d’accordo: lo sbarramento, per impedire che l’opposizione sociale abbia rappresentanza parlamentare. Con lo sbarramento al 4% hanno già ottenuto di fare fuori i comunisti nel 2008, ma ora portandolo al 5% starebbero più sicuri (e se i sondaggi ci dessero al 6% lo portebbero al 7 o all’8, e perché no al 15%?). Ricordo a tanti sinceri democratici, che sembrano accettare lo sbarramento elettorale senza batter ciglio, che con lo sbarramento al 4% sono stati esclusi da ogni rappresentanza nelle elezioni del 2008 ben 3.578.000 elettori, un numero che sarebbe pari al terzo partito italiano. Vi sembra democratica, vi sembra accettabile questa terribile violenza operata sulla volontà degli elettori? Oggi il 5% significa circa 2,5 milioni di voti espressi: perché mai 2 milioni e quattrocentonovantanovemilanovecentonovantanove elettori non dovrebbero poter eleggere i loro parlamentari? E come si può pensare di insistere ancora con il premio di maggioranza, dopo che proprio e solo quel premio ha consentito a Berlusconi di governare con una maggioranza assoluta di seggi, pur avendo riportato solo il 37,4% dei voti (che arrivavano al 45% con la Lega)?

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A conferma del carattere truffaldino e “su misura” della legge elettorale che Qui, Quo e Qua stanno discutendo, ricordiamo che hanno pensato perfino un meccanismo ad hoc per salvare la Lega: basta avere un bel risultato elettorale in tre regioni (guarda caso: tre, proprio quante sono le regioni forti della Lega) ed ecco che, miracolo!, lo sbarramento elettorale non sbarra più. Che vergogna!

Il monopolio di regime dell’informazione riesce a garantire un assordante silenzio su tutto questo. I sostenitori di Qui Quo Qua sollevano un solo misero argomento, ma ossessivamente e unanimemente ripetuto: che questo neo-porcellum (o piuttosto: porcellum al quadrato) servirebbe a “evitare la frammentazione”. Ma quest’argomento si è rivelato falso, falsissimo in base all’esperienza di questi anni: si è dimostrato, con l’esperienza, che mentre con il sistema proporzionale c’erano 8 o 9 partiti in Parlamento, con il maggioritario, i premi di maggioranza e gli sbarramenti porcelleschi il loro numero e salito a 30-40! E il motivo è chiaro: per evitare lo sbarramento e per far scattare il premio di maggioranza, ci si ammucchia nei partiti maggiori al momento del voto, e solo dopo essere stati eletti (alla faccia degli elettori) vengono fuori cose come “la diccì di Rotondi”, l’API di Rutelli, FLI di Fini, l’MPA di Lombardo, i radicali eletti nel PD, repubblicani (ma “europei”), il come-si-chiama “responsabile” di Scilipoti o di Misiti o di Pionati o di De Gregorio o di Sgarbi o di Guzzanti o di Calearo, e chi più ne ha più ne metta.

Ma la Costituzione parla chiaro a proposito di legge elettorale: nell’art.48 prescrive: «Il voto è personale ed eguale, libero e segreto». Questo e non altro significa “proporzionale”, che il numero dei seggi assegnati deve corrispondere, in proporzione, al numero dei voti ottenuti, poiché tutti i voti sono – per Costituzione – «eguali». Ebbene, sia il premio di maggioranza che lo sbarramento violano in modo evidente il carattere “eguale” del voto prescritto dalla Costituzione: il mio voto non è più uguale al tuo se il mio, per un marchingegno artificiale, non può eleggere nessuno, e il tuo, per un altro marchingegno, elegge di più di quanto i numeri comporterebbero.
Io penso che su una questione così cruciale, che mette in gioco la sopravvivenza stessa della nostra fragile democrazia, debba essere chiamato in causa chi ha il compito di difendere e far rispettare la Costituzione. Rivolgiamoci, nelle forme che riterremo più efficaci (delegazioni, raccolte di firme, presidii del Quirinale, etc.), direttamente a Giorgio Napolitano perché assuma pubblicamente l’impegno di non firmare una legge elettorale che violi l’art.48 della Costituzione.

(dello stesso autore si veda anche “Un movimento democratico per una legge elettorale rispettosa della Costituzione” pubblicato su Libera Roma del 30 agosto 2012)

Da controlacrisi.org

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