STORIA del Pesce d’aprile

Buon Pesce d’aprile

Ci sono molte storie sulla nascita di questa bizzarra ricorrenza, tramandata ormai da secoli. Tra le leggende popolari, ne esiste una che narra che la creazione del mondo terminò il 1°aprile e in quel giorno il Signore, finite tutte le cose, tornò in cielo. I primi uomini creati erano come storditi e non sapendo cosa fare si misero a cercare il cibo per sfamarsi e un posto riparato per passare la notte; molti intralciavano le ricerche dei più intraprendenti, finché, in una confusione generale, i più sciocchi furono inviati lontano a prendere cose inesistenti: nasce così da questo aneddoto l’usanza di mandare i creduloni in giro a cercare ciò che non esiste.

L’ipotesi più accreditata fa però risalire l’origine del pesce d’aprile intorno al 154 a.C., quando la data segnava l’inizio dell’anno. Quando la Chiesa soppresse la festa, stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio, la vecchia tradizione continuò a sopravvivere tra i pagani, che per questo venivano derisi e scherniti. Un’altra ipotesi si rifà invece al rito pagano legato all’antico calendario giuliano, quando il primo di aprile segnava l’inizio del solstizio di primavera. Terminato l’inverno, l’avvento della stagione primaverile segnava il rinnovamento della terra e della vita ed i festeggiamenti divenivano occasione per esprimersi in lazzi, burle e buffonerie. Con l’avvento del Cristianesimo le feste pagane furono sostituite da festività religiose al fine di cancellarne usi e tradizioni. Così la l’allegria dei festeggiamenti per il primo di aprile fu rimpiazzata della cristianissima Pasqua e le persone che si ostinavano a festeggiare il vecchio rito pagano divennero oggetto di scherno. Alcuni studiosi hanno invece ipotizzato come origine del “Pesce d’Aprile” l’età classica, in particolare il mito di Proserpinache dopo essere stata rapita da Plutone, viene vanamente cercata dalla madre, ingannata da una ninfa. Collegamenti esisterebbero anche nella festa pagana di Venere, Verticordia, avente comunanze con l’usanza attuale di prendersi gioco degli altri. Andando però avanti nei secoli si arriva al 1° Aprile 1634, quando il Duca Francesco di Lorena, prigioniero del Re Luigi XIII, riuscì a fuggire dal Castello di Nancy nuotando sotto il pelo dell’acqua di un fiume. Si commentò poi che le guardie erano state raggirate da un enorme “pesce”, e da qui la scelta del simbolo della giornata dello scherzo.

Insomma, ovunque affondino le sue lontane radici, certo è che le burle del primo di aprile sono ormai un’usanza diffusasi in tutto il mondo: in Italia l’uso di festeggiare il “Pesce d’Aprile” risale alla metà dell’800 quando venne importato dalla Francia. Inizialmente la tradizione degli scherzi si diffuse tra i ceti medio-alti, poi attecchì anche tra il resto della popolazione, trovando la vittima per eccellenza proprio tra le persone semplici, gli ingenui, ai quali si chiedono cose assurde! In Inghilterra le origini della festa, anche qui forse importate dalla Francia, si attestano intorno al XVIII secolo. Mentre negli Stati Uniti l’usanza è di importazione inglese. In Scozia invece, il “Pesce d’Aprile” dura due giorni: durante il secondo dei quali, chiamato “Taily Day” (Giorno delle natiche), gli scozzesi si divertono attaccando dietro le spalle del Gawk (il tonto) un cartello con la scritta “Kick me” (Prendimi a calci).

Sono state tantissime ormai le clamorose beffe che sono state giocate nell’arco dei secoli nel fatidico primo giorno del mese d’aprile, raggiungendo a volte dimensione tale da esser tramandati nella memoria storica. Lo scherzo più antico di cui si ha notizia in Italia è quello del maestro Buoncompagno da Firenze sul finire del XII secolo. Egli informò il popolo bolognese che il 1° aprile avrebbe sorvolato la città usando un congegno di sua invenzione. Puntuale, Buoncompagno si presenta all’appuntamento con un paio di enormi ali ma… un improvviso vento sfavorevole impedisce il volo! Quella che doveva essere una simulazione del volo d’uccello in realtà era un goliardico pesce d’aprile. Nel marzo 1878 la Gazzetta d’Italia annuncia un’altra strana notizia. Il 1 aprile, nel parco delle Cascine, i fiorentini avrebbero potuto assistere alla cremazione di un mahrajà indiano. La curiosità per una cerimonia del tutto sconosciuta in quell’epoca attira una grande folla. Inizia l’attesa, passano le ore ma non arriva nessun carro funebre con la salma dell’indiano da cremare. Poi, all’improvviso, tra i cespugli, si fa strada un gruppo di ragazzi che gridano: “Pesci d’Arno fritti!”.

Mentre lo scherzo più famoso reca la firma di Orson Welles, il celebre regista americano, che il 1° Aprile progettò uno speciale programma radiofonico. A causa di problemi tecnici non fu possibile mandarlo in onda. Ma Welles non si arrese e il 30 ottobre, la radio trasmise “La Guerra dei Mondi”: radiocronaca dello sbarco dei marziani. Tra la popolazione fu subito panico generalizzato. I centralini radiofonici delle stazioni di polizia e dei giornali furono invasi da centinaia di telefonate, qualcuno tirò fuori la maschera antigas, le strade si svuotarono e le chiese si riempirono.

Con l’avvento dei nuovi media anche il senso dell’humor è mutato e gli scherzi si sono evoluti. Famosi sono ormai quelli della BBC che si prende gioco dei telespettatori con false news, come quando nel 1965 annunciò la nascita di una nuova tecnologia televisiva che avrebbe permesso di trasmettere anche gli odori, oltre a immagini e suoni. Capita anche che, in questa data, notizie nate come burle vengano prese per vere dagli altri media. E’ il recente caso del film “Lo Hobbit”, annunciato in 4D una proiezione che grazie alle nuove tecnologie avrebbe coinvolto gli spettatori con stimoli olfattivi e corporei. La notizia, incredibilmente, fu riportata dall’Ansa, La Repubblica e altre testate italiane. Oggi, gli scherzi per il primo di aprile avvengono soprattutto sul web e Google la fa da padrone, distinguendosi negli anni per scherzi davvero unici ed originali. Insomma non ci resta che aspettare, sperando di non diventare malcapitate vittime di perfide burle, ma in ogni caso stare allo scherzo è sempre la difesa migliore, e perchè no, magari restituir pane per focaccia nel giorno in cui tutto (o quasi) è permesso!

Da http://news.leonardo.it

Ad Orsomarso classici erano gli scherzi fatti a danno dei riscipuli nelle botteghe artigiane.  Venivano mandati da un negoziante a comperare  “ntratteni”. Il negoziante che fiutava lo scherzo: “Assettiti supra u scaluno, ca mo tu priparo”. E intanto il povero ragazzo rimaneva lì ad aspettare u ‘ntratteni (trattieni) che non arrivava mai.

Molto richiesto era anche “l’olio di gomiti”.

Foto web

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