L’uomo misura di tutte le cose

Le femminucce

Se guardate bene queste due foto (clicca qui per vedere la seconda) noterete che con Donna Nina ci sono tutti maschietti, mentre con l’altra maestra ci sono tutte femminucce.

Era la morale del tempo.

Da lì a poco tutto sarebbe cambiato. Il ’68, con i suoi rivolgimenti, avrebbe portato via tanti pregiudizi.

I valori etici non ci piovono dal cielo. Sono figli del tempo .

Una volta i papà avevano potere assoluto in famiglia, la vita e la morte dei figli era nelle loro mani. Nel Medioevo molte donne vennero arse vive, perché credute streghe in combutta col diavolo. Pochi secoli fa si pensava che era sconveniente far studiare una figlia. Le ragazze dovevano solo imparare a cucinare, cucire e lavare. Per secoli gli africani sono stati trattati come esseri inferiori, ridotti in schiavitù e portati come bestie nelle piantagioni di cotone o di canna da zucchero. Nell’Ottocento gli operai non avevano diritti. Era lecito farli lavorare tra le 16 e le 18 ore al giorno e dar loro solo quattro soldi per mantenersi in vita. Sempre nell’Ottocento la Chiesa riteneva lecita la schiavitù (Vedi l’Istruzione del Sant’Uffizio del 20.6.1866). L’8 dicembre del 1864 Pio IX , con il “Sillabo” e l’enciclica “Quanta cura”, condannò alcune grandi conquiste che sono alla base della società moderna. Quando uscirono le prime calze trasparenti, le donne che le indossavano venivano considerate prostitute, scambiarsi un bacio era peccato. E così via.

E allora?

Allora forse ha ragione Protagora, un filosofo greco del V sec. a. C., quando dice “L’uomo è misura di tutte le cose”.
E cioè:

a) “Le cose appaiono diversamente a seconda degli individui che le percepiscono e dei loro stati fisici e psichici, per cui: tante teste, tante situazioni, tante misure.

b) Gli individui giudicano la realtà tramite parametri comuni tipici della specie.

c) Ognuno valuta le cose secondo la “mentalità” del gruppo sociale a cui appartiene”. (Fornero)

Ieri, alcune migliaia di cattolici, hanno partecipato alla “marcia per la vita”, contro la legge sull’aborto. Ebbene io non ricordo marce per la vita nel 1994, quando in Ruanda, tra aprile e luglio, vennero massacrate circa 1.000.000 di persone. (Un milione!)

 

Qualcuno/a darà una mano per ricordare i nomi di queste bambine.

Ti potrebbero interessare:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close