Ecco perché non ci sarà mai la libertà di stampa in Italia.

Ma quale libertà di stampa!

Il mondo dell’informazione in Italia è sempre stato gestito in un modo poco trasparente e democratico. Il problema della libertà dell’informazione inizia ad essere violato quando si parlò della lottizzazione (ripartizione) delle tre reti pubbliche italiane alle formazioni politiche. Cosi, Rai1 fu data alla Democrazia Cristiana, Rai2 al Partito Socialista, Rai3 ai Comunisti. Già da quel momento, l’informazione venne manipolata e “spogliata” della sua imparzialità. Il problema non si limitò solo sulla lottizzazione. Nelle vari reti pubbliche, il personale fu assunto nella maggior parte dei casi, secondo i criteri d’appartenenza politica. Questa è storia nota!

Tuttavia, bisogna sottolineare che il modo attuale della gestione delle tre reti pubbliche non è degno dei paesi democratici. Il Consiglio di amministrazione Rai, l’organo che gestisce le tre reti pubbliche è amministrato da 9 membri, dei quali 7 vengono eletti dalla commissione parlamentare di vigilanza ( composta da parlamentari della maggioranza e dell’opposizione ), gli altri 2 membri, tra cui il presidente del consiglio di amministrazione Rai, sono nominati direttamente dal Ministero del tesoro con approvazione della commissione parlamentare di vigilanza. Il consiglio di amministrazione nomina i direttori delle tre reti e delle testate giornalistiche. Il problema in tutto questo è che la formazione o la coalizione politica che governa il paese detiene quasi sempre la maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione e perciò, influenza di molto ed a suo vantaggio la televisione pubblica.

Inoltre, AGCOM (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ) è un organo “indipendente” che dovrebbe regolarizzare tutto il mercato audiovisivo italiano come per esempio l’assegnazione delle frequenze e le licenze ai nuovi operatori televisivi, controllare l’imparzialità dell’informazione e tutelare il diritto dei giornalisti di informare liberamente. Purtroppo l’Agcom non è veramente indipendente! I membri di questa autorità sono scelti solitamente in proporzione al peso che i vari partiti politici hanno in parlamento. I suoi otto commissari sono eletti per metà dalla Camera dei Deputati e per metà dal Senato. Il suo presidente viene proposto direttamente dal Presidente del Consiglio. Cosi, la maggioranza politica di turno, avrà un influenza notevole nell’Agcom.

Inoltre, la maggior parte dei mass media italiani sono controllati da potenti gruppi editoriali, dove sono azionisti delle lobbyes influenti! Per esempio, La7 è controllata da Telecom Italia Media, la Stampa è controllata dalla FIAT, Il Sole 24 ore dalla Confindustria, la Repubblica dal gruppo Editoriale l’Espresso in cui sono azionisti la C.I.R di Carlo De Benedetti, le Assicurazioni Generali, la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste; il Corriere della Sera invece è controllato dal Rcs Media Group in cui sono azionisti Medio Banca, Pirelli, Benetton, Intesa San Paolo, Assicurazioni Generali, Gruppo Merloni, Toro Assicurazioni ecc. Ho solo elencato qualche esempio delle lobbyes che controllano l’informazione in Italia. Sinceramente voi pensate che un giornalista del Corriere della Sera possa dare liberamente un informazione ai danni di Pirelli, società quotata in borsa ed azionista dello stesso giornale? Oppure un giornalista di Repubblica scrivere un articolo ai danni della C.I.R di Carlo De Benedetti? Io vi dico semplicemente no! Ogni gruppo ha la sua linea editoriale, linea che viene seguita all’interno di ogni giornale, dal direttore della pubblicazione che deve assicurarsi che i giornalisti seguano le direttive stabilite. Chiunque non segue questa linea, viene semplicemente emarginato o in qualche caso licenziato. La storia italiana è ricca di numerosi fatti di cronaca di giornalisti che hanno rassegnato le dimissioni o sono stati costretti a farlo. La liberta di stampa in Italia esiste solo quando un giornalista scrive un articolo che non può danneggiare gli interessi degli azionisti del suo giornale. Il mestiere del giornalista è complesso e caratterizzato purtroppo in molti casi da compromessi! Il vero problema della stampa italiana non è la libertà di stampa, ma la lotta tra i potenti gruppi editoriali impuri, gruppi che vogliono controllare il mercato dell’informazione e perché sanno che, chi ha l’informazione ha il potere e i soldi! Sono editori che non si occupano solo di editoria, ma che hanno interessi in vari settori. Per questo vengono chiamati editori impuri.

La libertà di informare dovrebbe venire, in realtà, dai vari siti d’informazioni indipendenti che nascono ogni giorno sulla rete. Purtroppo, la maggioranza di essi sono palesemente orientati sia verso il centro sinistra, sia verso il centro destra, basta vedere con quali toni vengono trattati le varie notizie per capire senza un minimo di sforzo intellettuale il loro orientamento politico. Cosi in Italia, l’informazione è paragonabile ad una squadra di calcio: si fa il tifo per le notizie provenienti dai giornalisti o mezzi di comunicazioni legati alla sinistra o alla destra.

Purtroppo l’argomento sulla libertà di stampa viene strumentalizzato ogni giorno e per altri motivi tranne che per la libertà di stampa, dalle associazioni di categorie, dai giornalisti, ma anche sopratutto dagli stessi mezzi di comunicazione di massa.

Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!

di Jivis  Tegno

Fonte: INFORMARE PER RESISTERE

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