Legge di stabilità, poche briciole e tante tasse mascherate. Ecco qualche numero

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Una legge di stabilità, la ex finanziaria (quindi spalmata sul triennio), che per il 2014 ha un importo di quasi 12 miliardi (11,6). Di questi 3,5 miliardi verranno dai tagli alla spesa pubblica, altri 3,2 dalle dismissioni immobiliari (ma è una valutazione del Governo evidentemente fuori misura che passa anche per una operazione contabile sulle partecipazioni). Una valutazione non realistica esibita da Letta e dai suoi ministri anche sulla pressione fiscale, che dovrebbe diminuire dopo le norme sul bilancio di quasi un punto. Ambiguo anche il passaggio sugli enti locali: è vero che non ci sono interventi sulla sanità (solo rimandati?) e un allentamento del patto di stabilità, ma dall’altra si assiste ad un rinvio del rimborso Imu. Altri 1,9 miliardi arriveranno da quella che il Governo stesso definisce “nuova fiscalità”, con una sforbiciata sulle agevolazioni fiscali: se nel 2014 non si procederà alla razionalizzazione delle detrazioni Irpef al 19% (spese mediche, per scuola e università, interessi mutui prima casa) per recuperare 500 milioni, la percentuale degli sconti scenderà per l’anno d’imposta 2013 al 18% e ancora di un punto al 17% per l’anno successivo. Poche briciole sul cuneo, tanti soldi sulla casa. Agli sgravi Ipef va circa un miliardo e mezzo, che in soldoni fanno tra i dieci e i quattordici euro al mese. Su questo però c’è ancora il percorso in Parlamento da fare. Stesso approccio minimalista sugli esodati, la cui platea viene incrementata di appena 6.000 persona. Con l’altra mano, quella delle tasse, invece l’esecutivo si prende 366 euro (è un calcolo del tutto teorico per famiglia) per la nuova Trise con dentro le vecchie Imu, Tares e Tarsu. Appuntamento alla cassa anche per gli inquilini: la Trise, in parte peserà infatti anche sugli affittuari che pagheranno non solo la quota riguardante la gestione dei rifiuti, ma anche la Tasi, la componente del tributo sui servizi indivisibili. Una novità, questa, rispetto all’Imu (e prima ancora l’Ici) che era pagata solo dai proprietari. L’Unione Inquilini calcola che per una casa media, due vani e cucina di circa 70-80 metri quadri, nella semiperiferia di una città, la parte di tassa in capo agli inquilini sarà mediamente sotto i 100 euro l’anno. Pubblico impiego sotto pressione su tutta la linea. Per le famiglie, comunque, non è finita perché sul lato dei tagli va registrato il blocco della contrattazione nel pubblico impiego, una stretta sugli straordinari, il blocco del turn over fino al 2018, e la consegna della liquidazione in due tranche se oltre i 50mila euro. L’insieme di questi interventi sui dipendenti pubblici dovrebbero valere 16 miliardi. Del resto il Governo è andato a caccia di 3 miliardi per i cantieri di cui quasi uno per Mose e Ferrovie. Assistenza da carità. Inoltre, ci sono 600 milioni per la cassa in deroga, e 250 per la social card. Sempre sul capitolo assistenza e previdenza, le pensioni non saranno rivalutate sopra i tremila euro mentre ce ne sarà una a scalare per importi da 3 a 5 volte il contributo di solidarietà.
– Fabio Sebastiani*
*www.controlacrisi.org
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