L’edicola di Salvatore Stabile era un punto di riferimento. Il posto, in piazza, le garantiva sempre la visita di qualcuno.
Negli anni ’60 venne fuori la prima generazione di ragazzi alfabetizzati. L’economia permetteva anche l’acquisto di qualche giornale.
La stampa che circolava di più era quella popolare. I fotoromanzi e le riviste, che contenevano fotoromanzi a puntate, erano i più letti. Passavano di mano facilmente. E si aspettava con trepidazione l’arrivo del nuovo numero, per seguire lo sviluppo della storia. Gli attori erano celebrità.
E poi lo sport. A fine giornata il “Corriere dello sport” portava i segni delle tante mani che l’avevano sfogliato.
Nel 1965 uscirono gli Oscar, i libri tascabili della Mondadori. Erano settimanali, costavano 350 lire e pubblicavano opere della letteratura italiana e straniera. Ricordo il primo volume “Addio alle armi” di Ernest Hemingway; ancora lo conservo.
Furono un successo. Di questo romanzo, in una settimana, se ne vendettero 200.000 mila copie.
E furono anche la mia fortuna: mi hanno fatto scoprire il piacere di leggere.
Vicino all’edicola Vittorio e Dario.