La vecchiaia

Giuseppe di Poveragente e Carmelo Parlato

Giuseppe di Poveragente e Carmelo Parlato


Sono Giuseppe di Poveragente e Carmelo Parlato.
Nel dopoguerra la cappa era molto usata. Oltre a proteggere dal freddo, dava una certa eleganza austera, sebbene fosse un indumento semplice ed umile.

Scrive Vittorio Calogero:

“Nelle società tradizionali la vecchiaia, ora chiamata eufemisticamente la terza età, era considerata con grande rispetto e gli anziani erano considerati i depositari della saggezza e dei valori su cui si basava quella determinata cultura.

Nelle società in cui la vecchiaia è accettata come parte della struttura sociale, gli anziani rimangono estremamente vigorosi.

Le persone invecchiano e muoiono perché vedono gli altri invecchiare e morire. Il corpo che invecchia risponde ad un condizionamento sociale. L’aspettativa che abbiamo ereditato, secondo cui il corpo deve deteriorarsi con il tempo insieme con la convinzione che siamo destinati ad invecchiare, crea il fenomeno che chiamiamo invecchiamento.

Molto spesso gli anziani nelle nostre società altamente “progredite” hanno abdicato al loro ruolo di guide, perché essi stessi sono cresciuti in una società che li espropria del proprio valore e li educa a sentirsi inutili, già prima della fine del ciclo produttivo. Così i pensionati si creano degli hobby, ma implicitamente accettano il ruolo marginale, che viene loro assegnato dalla società.

Purtroppo, nella nostra cultura è diffusa ” l’idea che la vecchiaia sia un tempo inutile, che ha nella morte il suo fine, in attesa della quale, grazie alla medicina e ai servizi sociali, sopravvivono mummie animate, paradossi sospesi in una zona crepuscolare”. Ho riportato una frase da un articolo apparso sulla Repubblica, di cui è autore il prof. Umberto Galimberti, il quale afferma che, a sostegno del mito della giovinezza, ci sono delle idee malate, che regolano la cultura occidentale, basata sul primato del fattore biologico ed economico.

Si diventa vecchi quando si perde l’essenza della vita, la capacità di essere flessibili e trasformare se stessi. La più grande minaccia per la vita è non avere nulla per cui vivere.

La depressione spesso conduce all’invecchiamento prematuro.

Le persone che invecchiano bene seguono il loro istinto e trovano quello che fa per loro”.

www.vittoriocalogero.com

Foto: Giovanni Spinicci

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