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Oggi a Verbicaro sarà celebrato il funerale di Pasquale G.
Era di Orsomarso, ma dopo sposato si era trasferito nel paese della moglie.
A voi questo nome non dice niente.
E’ la melanconica sorte di chi ha tirato a fatica la sua carretta e non ha avuto il privilegio di alcun potere.
E la sua morte, come la sua vita, avrà per compagno il silenzio.
Io non ho neanche foto da mostrarvi.
E me ne rammarico.
Gli ultimi anni sono stati un calvario.
Spero soltanto che se esiste un qualche dio gli si sieda accanto, gli dia qualcosa di caldo da mangiare e lo faccia riposare.
Ne ha tanto bisogno.
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A Pasquale, uomo mite e gentile, voglio dedicare questa poesia di Pavese.
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Di Cesare Pavese
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Foto: Rete