IL POTERE POLITICO E’ UNA TOSSICODIPENDENZA CHE CORRODE LE CELLULE CEREBRALI. di F. Bevilacqua

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Ho conosciuto persone apparentemente sane di mente, equilibrate ed intelligenti che hanno conquistato il potere e si sono ammalate di stupidità. E per stupidità intendo, ad esempio, che non sono più state in grado di distinguere tra amici disinteressati e persone opportuniste. Intendo che non sono hanno più fatto discernimento tra cose davvero importanti, di cui occuparsi personalmente (senza lasciare carta bianca a tecnici e burocrati incompetenti), e cose banali da delegare. Intendo che hanno assunto uno strano distacco dai sentimenti e dalle emozioni per abbracciare, invece, una fredda e asseritamente necessaria “razionalità”. Intendo che hanno abiurato ogni loro ideale per accedere ad un pragmatismo cieco ed insulso. Intendo che hanno assunto l’abitudine di uscire dalla realtà concreta di tutti i giorni e di entrare in una bolla mediatica, virtuale e fuorviante. Intendo che hanno sviluppato un ego smisurato perdendo ogni senso di umiltà. Intendo che hanno obliterato l’idea della politica come dono di sé agli altri per accettare, invece, un’idea della politica come eterno, estenuante conflitto con spettrali nemici esterni ed interni. Intendo che anziché desiderare che giunga il momento di mettersi da parte per tornare alle proprie vite, ai propri affetti, alle proprie occupazioni come vera ricompensa per il periodo di “servizio” speso in favore degli altri, guardano con terrore a quando non ci sarà più nessuno, dietro la porta del loro ufficio, a questuare qualche grazia, qualche favore. Da anni mi sono fatto l’idea che la politica delle “scese in campo”, delle campagne elettorali, degli accordi di coalizione, della conquista del potere, delle cariche pubbliche, corroda inesorabilmente le cellule cerebrali anche delle persone migliori (salvo qualche rara eccezione, naturalmente). Le quali, normalmente, non hanno una psiche attrezzata – come la gran parte di noi, del resto – a resistere alle pressioni devastanti del potere. E’ come una tossicodipendenza, come una mutazione, come un cancro. O forse, molto più semplicemente è come dice l’ex presidente dell’Uruguay José Alberto Mujica Cordano (una di quelle poche eccezioni di cui dicevo), il quale sostiene che “il potere non cambia le persone, mostra come sono veramente”.

Francesco Bevilacuqa

Dalla pagina facebook dell’autore

Foto Teresa Ruberto

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