EUROPA, avanti tutta verso il Medioevo

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«Sembra che il destino della Ue sia segnato, qualunque direzione prenda. I sostenitori e gli oppositori delle varie soluzioni sono stretti in una morsa dalla quale non usciranno vincitori, solo perdenti. Non sono stati capaci di raggiungere un compromesso praticabile in un periodo più prospero, e poi la crisi ha generato divergenze che sembrano ormai insanabili. Non sapendo o non volendo invertire la rotta, l’Unione europea sta andando alla deriva verso gli scogli».
azielonkaNegli ultimi mesi sono fioccate le diagnosi infauste sul futuro dell’Europa. Ma quella proposta da Jan Zelonka nel libro Disintegrazione (Laterza, 140 pagine, 16 euro) è indubbiamente originale.
Perché non sta in nessuna delle due categorie classiche. “Ci vuole più Europa” oppure “si tornerà agli stati nazionali”.
Nel futuro dell’Europa secondo questo studioso polacco di nascita, olandese di passaporto, professore a Oxford con una casa in Italia, ci sarà meno Unione, intesa come forza delle istituzioni “centrali” di Bruxelles, ma nessun rafforzamento della vecchia sovranità statale.
Andremo invece incontro a un“neomedievalismo”. «In futuro la struttura e l’esercizio dell’autorità politica assomiglieranno al modello medievale più che a quello westfaliano».
La sovranità degli stati si indebolirà e si rafforzeranno invece città, regioni, reti trasnazionali, Ong. Non ci sarà meno integrazione, ma di più, su basi diverse però: pluralismo e autogoverno.
Le diversità saranno esaltate invece che ridotte a unità.
Sembrerebbe un mondo ideale. Ma gli interrogativi si moltiplicano.
Le prestazioni del welfare non saranno più “universali”. Diversificate da luogo a luogo all’interno dello stesso spazio nazionale, rischieranno di far aumentare la disuguaglianza.
E la moneta unica, anche se diminuisse il numero di chi ne farà parte, avrà sempre più bisogno di una sovranità unica.
Per non parlare delle questioni militari e di sicurezza.
Certo, la prospettiva neomedievalista è una possibilità.
Così come invece un rinchiudersi nelle frontiere e nella sovranità egoista dei vecchi stati nazionali.
E così come, anche se oggi sembra lo scenario meno probabile, un salto verso un’Unione più stretta ma anche più solidale.
Ma il prevalere di una di queste ipotesi (o di altre ancora) non è affidato al caso. Bensì alle scelte politiche che verranno compiute nei prossimi mesi.
Ci sarebbe bisogno di classi dirigenti (non solo politiche) lungimiranti.
Ma di fronte agli eventi drammatici degli ultimi mesi, dalla crisi greca a quella dei migranti, «il comportamento dei leader è sembrato una “marcia della follia”».

@LeopoldoFabiani
 

Fonte: http://fabiani.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/10/30/se-in-europa-torna-il-medioevo…/

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