L’ANSIA, che fatica tenerla a bada!

 

Da sempre diciamo che l’ansia va accolta e compresa, che questa è l’unica strada per curarla davvero. Ma ci sono situazioni di vita, immodificabili quantomeno per un certo periodo, che procurano un’ansia che non è possibile far passare, situazioni nelle quali un’atmosfera minacciosa o un evento drammatico mettono in allerta tutto il nostro essere: può essere una contingenza economica spiacevole, o la malattia di un familiare. Si può dire anzi che in questi casi non provare alcuna ansia sia patologico e rivela un distacco dalla realtà.

Conviverci non significa arrendersi

Se però questo tipo di ansia si “deposita” su un soggetto già ansioso per natura, rischia di portarlo a livelli di stress così elevati che alla fine esso non riesce ad affrontare la situazione specifica, oppure lo fa ma con un enorme dispendio energetico e comunque occupandosi principalmente della sua reazione psicologica.  Ecco dunque la necessità di imparare a convivere con l’ansia dovuta ad alcune situazioni “obbligate”, togliendo quella inutile quota in più che può fare grossi danni e spingerci nel tempo a crisi più acute.

Le situazioni scatenanti

– Precarietà economica

– Malattie gravi proprie o dei familiari

– Spettri di licenziamento, disoccupazione

– Atmosfere familiari (separazioni non consensuali)

– Atmosfere collettive attuali (ad es. venti di guerra, terrorismo, vivere in quartieri malfamati))

– Professioni ad alto rischio di stress (ad es. agenti di polizia, guardie, medici chirurghi)

I rischi che si corrono

– Assenza di riposo, stato di allarme cronico

– Frustrazione continua e logorio con rischio di depressione

– Pensieri ossessivi sull’evento ansiogeno

– Atteggiamento ipercinetico e logorroico

– Comportamenti di evitamento e scelte non libere

– Sintomi fisici (palpitazioni, debolezza, tremori, tensioni muscolari, cefalea…)

– Difficoltà ad affrontare la situazione che crea ansia, con creazione di nuova ansia

I consigli utili

– Cerca l’obiettività. Non mettere in campo una reazione soltanto emotiva all’evento, per quanto forte. Cerca di capire, con l’aiuto di qualcuno non coinvolto, se ci sono margini reali di miglioramento o di cambiamento della situazione. Spesso ci sono.

– Crea il miglior assetto. Lucidamente, ancora con l’aiuto di qualcuno, ottimizza più che puoi gli aspetti che ti fanno sentire più sicuro e meno ansioso. Al contempo, non fare lo spavaldo e rispetta i tuoi limiti emotivi di questo momento.

– Vivere l’ansia con consapevolezza. Quest’ansia non va negata, ma vissuta per ciò che è realmente. Eventualmente attraverso una psicoterapia mirata (6-8 incontri) si impara a separare l’ansia oggettiva, naturale, da quella aggiunta in eccesso.

– Non identificarti. Se hai un’indole ansiosa potresti facilmente identificarti o con l’ansia in eccesso o col problema che la produce. Sviluppa uno sguardo distaccato, osservatore, panoramico. Gestirai molto meglio la situazione.

– Metti il corpo in primo piano. Aggancia l’ansia al corpo con esercizi fisici quotidiani (basta che ti piacciano) e dalle forma con disegni, scritti, fotografie. Portare l’ansia al di fuori e “vederla” ha sempre un effetto calmante.

Fonte: http://www.riza.it/psicologia/ansia/3879/l-ansia-dei-momenti…/

Foto: RETE

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