
Pino Aprile
Otto regioni del Sud valgono meno della metà di un solo istituto di ricerca della sola Milano, per il “sinistro” governo più nemico del Mezzogiorno, nella storia dell’Italia repubblicana.
Per tornare a bomba, anzi, al Bomba (come chiamano Renzi a Firenze: significa Fanfarone) e al malloppo: a Milano andranno 150 milioni all’anno, per dieci anni, per il solo botteghino di ricerca dislocato lì da Genova, giusto per mettere qualcosa nell’immondezzaio pagato ai privati dieci volte il suo valore e su cui è stata fatta l’Expo, senza nemmeno bonificare il terreno delle sostanze inquinanti e tossiche di cui era disseminato (in un secolo di Expo, mai la rassegna era stata fatta su un’area non demaniale). Fosse successo a Napoli o a Palermo, i giornaloni “nazionali” starebbero ancora parlando di mafia. È vero che a Milano questo pericolo non c’è, però, si poteva evitare, no?.
A Milano, 150 milioni all’anno, per dieci anni: 1,5 miliardi; dopo che gliene sono stati mollati altri 15, di miliardi, per quella Expo di cui non sono riusciti nemmeno a completare i capannoni, ma che-è-stata-un-successo, ma un tale successo, che si vergognano dei numeri veri di affluenza dei visitatori (però c’erano le file; pure allo sportello dell’anagrafe; normalmente, non è un bel segno); e adesso ci tocca pure ripianare il baratro del deficit del “grande-successo”: dopo successi del genere, le aziende sono obbligate a portare i libri in tribunale, di solito.
Ecco, non bastando quei 15, adesso altri 1,5 miliardi. E vedrete che non è finita, perché, se fosse eletto sindaco di Milano l’uomo del successo dell’Expo, Giuseppe Sala, ho paura che avremo altri successi da ripianare e nuovi afflussi di danaro pubblico in un’unica ‘cassa’, divenuta una sorta di idrovora.
Riassumo e smetto: a Milano (dopo il troppo e in attesa del tanto ancora), 150 milioni all’anno per dieci anni; a Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, 150 milioni (non ciascuno: diviso 8) per quattro anni. Come dice la Costituzione, articolo 3? Patapatà, patapatà… “sono uguali”… lasciamo perdere, va’. Come dire che a Milano, 150, la gallina canta; al Sud, 150, la gallina schianta. Ed è quello che vogliono.
Consoliamoci con l’ultima, irresistibile battuta, del disgraziatamente per noi ministro Sgraziano Delrio, che ha appena assicurato che si darà da fare per garantire la “mobilità” (insomma: i treni) al Sud. Nelle foto, mentre lo dice, appare a capo chino. Perché gli scappava da ridere.
Ah, se il Sud avesse anche un solo parlamentare; un solo rappresentante nel governo, almeno una nostra voce si farebbe sentire. Perché non li eleggono anche a Sud i parlamentari? E non mi dite che lo si fa e che ci stanno. Non può essere vero. Ci fossero, uno che fosse uno qualcosa avrebbe detto.
Come sarebbe a dire «lo hanno detto»? Mi è scappata questa! E cosa hanno detto?
Ah…: «Sì, padrone!».
Di Pino Aprile
Fonte: pagina facebook di Briganti
Foto RETE