A forza di “calcolare” si fa deserto nell’anima. Regalati follie

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È il prezzo che paga chi fa dell’efficienza una religione ed esclude dalla sua vita la fantasia, l’imprevisto e l’incanto; si impoverisce e rischia la depressione

Fanno solo ciò che è utile e aboliscono dalla loro esistenza tutte le azioni che non combaciano con la loro idea di efficienza, di pragmatismo, di funzionalità. Vivono così alcuni di noi, “i funzionali”, i calcolatori, i super pragmatici: persone animate da un irreprensibile senso pratico e da un sovrabbondante senso del dovere, ma che trascurano nella sfera individuale, familiare e sociale alcuni aspetti essenziali della natura umana: la poesia della vita, l’eros “non programmato”, l’incanto, il tempo perso, il gioco, le coccole e il romanticismo, l’arte, le azioni senza finalità. Li trascurano al punto che un giorno, pur avendo fatto tutto il “necessario” – secondo la loro visione – ottengono risultati opposti: depressione, coppia spenta, figli affettivamente lontani, sensazione di non senso. Se ti senti così ecco nozioni e consigli “davvero utili” per smettere di funzionare e tornare a vivere.

La vita non è solo un dovere

Il problema nasce da una clamorosa “svista sulla realtà” appresa direttamente dai genitori o instauratasi nel tempo con l’adesione a un modello socialmente accettato: quello della “persona che funziona”. Una svista che intende la vita come un insieme di doveri e di compiti da assolvere e che valuta come utile all’esistenza solo cose e azioni di concretezza immediata:  mandare avanti la casa, il lavoro e il guadagno, gli impegni sociali, dare ai figli un tetto, istruzione e sostentamento e così via. Cose fondamentali, certo, ma non sufficienti nel tempo a sé stessi, alla coppia e alla famiglia. Perché anche se il Funzionale “ci mette l’anima”, in realtà l’anima resta fuori, dalla vita e dal listino delle priorità.

Sei così se:

–   Non ti concedi mai momenti per te o per gli altri che non abbiano un’utilità

–   Utilizzi il tempo libero per fare le cose rimaste indietro o per “portarti avanti”

–   Fare una cosa senza senso né scopo ti fa sentire in colpa o ti viene fretta

–   Leggi solo libri per imparare qualcosa (es. manuali) e per farti una cultura

–   Fai un’opera di beneficenza solo per sentirti buono e migliore

–   Regali solo qualcosa che “serve”

–   Manifesti amore e affetto con il prenderti cura dei bisogni di base

 

Le cause

–   Senso del dovere abnorme per sentirti a posto con la coscienza

–   Terrore inconscio di affrontare i problemi dell’anima

–   Esigenza di fuggire l’intimità col partner e coi figli

–   Bisogno di dimostrare di essere all’altezza del ruolo

–   Tentativo di non sbagliare mai e di essere irreprensibile

 

Le conseguenze

–   Con se stessi: Perdita della dimensione profonda, poetica e creativa, forte limitazione della veduta di realtà

–   In coppia: Perdita di eros, romanticismo, allegria, autoironia e humor

–   Con i figli: Scarsa profondità di rapporto, poco tempo per dialogo e coccole

–   Con gli amici: Mancanza di spontaneità, di sorprese e di improvvisazione

–   Nel lavoro: Unico a beneficiarne: efficienza, professionalità e affidabilità

 

Cogli al volo i sintomi

Funzionare senza vivere conduce a stanchezza cronica, cali improvvisi di umore, malinconie frequenti, cefalea, sintomi ossei, muscolari e articolari. Fermati e rifletti: sono tutti segnali che le tue azioni non sono agganciate all’anima.

Uno spicchio di non senso

Scegli un ambito della tua vita, anche piccolo, in cui sperimentarti in modo nuovo: cioè senza darti scopi e senza essere utile a niente e nessuno. Parti da cose semplici: una pausa nella giornata, una breve passeggiata senza meta, una coccola “fuori tempo massimo”.

Fai la scala delle priorità

Scrivi una lista delle tue priorità attuali basandoti esclusivamente sul tempo che dedichi a ognuna di esse. Sii leale e dettagliato. Poi osservala. Ti stupirai a osservare che vengono prima lo stenderei panni e le cene di lavoro al tempo per te stesso e per ciò a cui tieni.

Chiedi agli altri come sei

Chiedi ai tuoi familiari e amici del modo in cui trasmetti loro il tuo affetto. Gli arriva tutto quello che pensi di dare? Che tipo di persona vedono? Con sorpresa vedrai che molto di ciò che dai e fai “non passa”, e che quindi devi trovare un modo più sfumato e sottile di vivere e di relazionarti.

Fonte: http://www.riza.it/psicologia/tu/3599/l-aridita-di-chi-calcola-sempre-tutto.html

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