ALTERATI:
Pappóne.
COMPOSTI:
Pappacéna (con céna); Pappacóda (con còda); Pappagallo e Pappagalli (con gallo); Pappalardo (con lardo); Pappalèpore (con lèpore, “lepre”); Pappatèrra (con tèrra).
Diffuso nel Sud, con alta frequenza solo per Pappalardo (che a Catania e a Messina è uno dei cognomi più comuni), è formato da soprannomi medioevali scherzosi o ironici e ingiuriosi formati da pappa, deverbale di pappare “mangiare”, per lo più in composizione con vari sostantivi, con allusione sia al mangiare molto e avidamente, alla ghiottoneria, sia al rubare, sia, per Pappalardo, all’ipocrisia (chi si professa religioso e osservante, ma mangia di nascosto carne e cibi grassi anche nei giorni di magro), sia per Pappone, allo sfruttamento di donne.
Questi soprannomi sono tutti già documentati nell’XI e nel XII secolo: ad Amalfi, nel 1172, è ricordato un “lohannes filius quondam Leonis Pappa“; a Cava dei Tirreni, nel 1060, un “Marius, qui dictus est Pappalardo”.
Fonte: “Cognomi d’Italia” di E. De Felice
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