Otto individui che possiedono, in otto, la stessa ricchezza di tre miliardi e mezzo di persone. Ma c’è chi li difende e molti di più li accettano — gli stessi che invece guardano con rabbia a chi abbia uno stipendio o una pensione (immancabilmente “d’oro”) che siamo il doppio dei loro.
Del resto in America la classe media strangolata dal neocapitalismo mica è diventata comunista: no, si è scelta come idolo un miliardario (non milionario) figlio di papà come Trump; perché ha promesso di tagliare i finanziamenti ai poveri, per costringerli a lavorare anche loro come schiavi invece che vivere di assistenza pubblica, lui, che in vita sua non ha mai lavorato.
Il fatto è che i miliardari non sono uomini. Sono astrazioni, sono dèi. E troppa gente, persa la fede in un Dio o in un ideale, si accontenta di celebrity. La società del libero mercato senza vincoli e controlli non sta solo, intenzionalmente, creando un analfabetismo di ritorno; sta anche creando un paganesimo di ritorno. Governato non da una legge e da una morale (per quanto arbitrarie) bensì dal successo e dalla fortuna.
Prima ancora di cominciare a lottare per l’eguaglianza occorre, urgentemente, impegnarsi per ritrovare e ristabilire dei valori comuni, senza i quali non c’è razionalità, solidarietà, buon senso e ogni abuso diventa non solo possibile ma legittimo
Di Francesco Erspamer
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