Vocaboli del nostro dialetto che derivano dal greco
CATAFURCHIO, FURCHIO
Tana, locale angusto
Da catà + foleòs, il primo termine significa, fra l’altro, “giù” oppure “dentro”, il secondo vuol dire “tana”. Si noti il passaggio dalla consonante liquida l alla consonante liquida r.
CALANGHE
Cavità scoscesa nei terreni argillosi.
Da chalào, allentare, abbassare, far cadere ecc.
CANTERE
Vaso di terracotta, vaso da notte
Da cántharos coppa, vaso.
Da “cántere” deriva anche il termine “‘ncantarata” che indica della carne di maiale, per lo più di scarso pregio, conservata, in salamoia, in un vaso di terracotta.
CARUSARE, CARUSATO
Tagliare corti i capelli; il taglio dei capelli.
Da chéiro tagliare, tosare.
Il verbo era già usato nel greco classico: Omero, n. XXIII, 146 … soi te comen cheréein (per te avrei tagliato la chioma); Erodoto, IV, 175 … oi lofus cheirontai (questi si rasano la testa)
CARUSIDDO
È il salvadanaio.
Così detto perché quello di terracotta, l’unico usato nei tempi antichi, ha la forma di una testa rasata; il termine, perciò, ha un’origine scherzosa. (18).
Su questa parola e su un giuoco tipico della Napoli del Seicento, detto dei “caruselli”, vedi le dotte e interessanti osservazioni di B. Croce nell’opera “La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza” 5° ediz. Bari (Laterza), 1968, pp. 903 sg.
CATUIO
Stanza sotterranea o a piano terra adibita, per lo più, a magazzino.
Da catágaios sotterraneo.
Potrebbe derivare anche da cat’ oichion (presso la casa) perché spesso questi locali non erano sotto l’abitazione, ma a fianco.
Il vocabolo, italianizzato in “catoggio”, è molto frequente nei vecchi documenti di Sant’Arcangelo; nei tempi andati, infatti, i “catoggi” erano usati non solo come magazzini o ripostigli, ma, spesso, dalla povera gente, anche come abitazioni.
[…] Tutto il materiale che trovate in questa “categoria” è frutto del lavoro e dell’intelligenza di don Luigi Branco, un prete di Sant’Arcangelo di Lucania.
Io mi sono limitato a prendere quanto serve a spiegare l’origine greca di alcuni vocaboli del dialetto orsomarsese.
A don Luigi ed ai giovani che l’aiutano nel suo lavoro tutta la mia gratitudine.
Nota: le parole greche sono scritte in caratteri latini.
(Continua)