Pero: dieci varietà consigliate per un piccolo frutteto di famiglia

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Tra le moltissime varietà di pero adatte alla coltivazione ne abbiamo scelto una decina facilmente reperibili. Tra l’altro, con la loro produzione coprono tutto l’arco di tempo della maturazione delle pere (da metà luglio a tutto ottobre)

Le varietà di pero coltivate sono numerosissime, ma quelle più diffuse nella coltivazione industriale, e quindi più facilmente reperibili e di solito controllate dal punto di vista sanitario (1), si riducono a una decina, che peraltro permettono praticamente di coprire, con la loro produzione, tutto l’arco di tempo della maturazione delle pere.
Ne diamo una sintetica descrizione disponendole in base all’epoca di raccolta (nell’Italia settentrionale), epoca che viene indicata come la più adatta per un consumo a breve scadenza. Si intende però che in ogni ambiente l’epoca di raccolta deve essere determinata in base al giusto stadio di maturazione preferito anche a seconda delle possibilità di conservazione. Per esempio volendo ottenere una conservazione prolungata la raccolta dovrà avvenire 7-10 giorni prima di quella indicata.

1-COSCIA 

Si raccoglie intorno al 20 luglio; è vigorosa, ha buona affinità con il cotogno ed è molto adatta per le regioni del centro e del meridione, dove presenta elevata produttività.
Fruttifica quasi esclusivamente su brindilli e lamburde. Il frutto è di pezzatura medio-piccola (pesa circa 95 grammi), con buccia di colore giallo che si colora di rosa-rosso nella parte esposta al sole. La polpa è bianco-crema, fondente, di ottimo sapore. Buoni impollinatori: Passa Crassana, Spadona estiva, William. Si può conservare in fruttaio per 8-10 giorni.

2-BUTIRRA PRECOCE MORETTINI

Si raccoglie più o meno nella stessa epoca della Coscia. E’ vigorosa, ha buona affinità con il cotogno e si adatta bene ai diversi ambienti. La produttività è elevata. Fruttifica su brindilli, lamburde e spesso anche sui rami misti. Il frutto è di pezzatura media (pesa circa 140 grammi), con buccia liscia, sottile e delicata, di colore verde giallo che si tinge di rosso vivo all’insolazione. La polpa è bianca, fine, fondente, di sapore squisito. Buoni impollinatori sono Abate Fétel, Coscia, Passa Crassana, Santa Maria, William rossa. Si può conservare in fruttaio per 7-8 giorni.

3-DR. Jules GUYOT 

Si raccoglie a fine luglio-primi di agosto ed è chiamata anche William precoce a causa di una certa somiglianza dei suoi frutti a quelli della William. Coltivata soprattutto in Emilia-Romagna, è di modesta vigoria, tanto che, se destinata a terreni poco fertili, viene innestata su franco. Oltre che su lamburde e brindilli fruttifica talvolta anche su rami misti. Il frutto è di pezzatura media (pesa circa 195 grammi) con buccia giallastra, cosparsa di numerose lenticelle, che facilmente si colora di rosa al sole. La polpa è bianco-giallastra, succosa, talora un po’ granulosa, buona.
E’  impollinata da Abate Fétel, Coscia, Kaiser, Passa Crassana, William. Si può conservare in fruttaio per pochi giorni.

4-SPADONA ESTIVA 

Si raccoglie ai primi di agosto. E’ di vigore medio-elevato e ha buona affinità con il cotogno. Tipica varietà della Campania, adatta particolarmente agli ambienti del Meridione, ha buona produttività anche se l’entrata in produzione è più tardiva delle precedenti. Fruttifica prevalentemente sulle lamburde. Il frutto è di pezzatura media o medio-piccola (pesa circa 130 grammi), con buccia verde chiaro, sfumata di rosso bruno all’insolazione. La polpa è biancastra, fine, mediamente zuccherina e leggermente acidula. Buoni impollinatori sono Butirra precoce Morettini, Coscia, William. Si conserva in fruttaio per 4-5 giorni.

5-WILLIAM

Si raccoglie intorno alla metà di agosto. E’ di vigore medio-elevato e non ha affinità con il cotogno; volendo utilizzare questo soggetto è necessario ricorrere all’innesto intermedio (vedi più avanti nel capitolo «La propagazione e i portinnesti»). Adattabile a svariati ambienti, fornisce la produzione qualitativamente migliore nell’Emilia-Romagna. Fruttifica prevalentemente su lamburde e brindilli. Il frutto, molto adatto anche per la preparazione di sciroppati, è di pezzatura medio-grossa (pesa circa 230 grammi), con buccia di colore giallo che può divenire rosata all’insolazione. La polpa è bianca, fondente, succosa, di sapore squisito, leggermente moscato. Buoni impollinatori sono Abate Fétel, Conference, Coscia, Decana del Comizio, Kaiser, Passa Crassana. Si può conservare in fruttaio fino a metà settembre.

6-CONFERENCE 

Si raccoglie a fine agosto-primi di settembre. E’ di vigoria medio-scarsa, specialmente quando innestata su cotogno. Adatta agli ambienti settentrionali, è particolarmente diffusa in Emilia-Romagna. Di rapida entrata in produzione e di produttività elevata, fruttifica in prevalenza su lamburde portate da branchette di due-tre anni. Il frutto è di pezzatura media (pesa circa 200 grammi) ma resta piccolo se l’albero è molto carico; la buccia è generalmente verde, spesso coperta da macchie di ruggine. La polpa è fondente, di sapore squisito, zuccherina e aromatica. Buoni impollinatori sono Decana del Comizio, Kaiser, Passa Crassana, William. Si può conservare in fruttaio fino verso la fine di settembre.

7-ABATE FÉTEL 

Si raccoglie in settembre, quando la buccia comincia a ingiallire. Raccolte più precoci, o in momenti non adatti nel luogo di coltura, portano ad avere frutti che non maturano bene e restano legnosi. L’albero ha scarsa affinità con il cotogno se portinnesto e gentile non sono esenti da virosi o fitoplasmi. La vigoria è media su cotogno, elevata su franco. La messa a frutto è relativamente lenta; la fruttificazione avviene quasi esclusivamente su lamburde portate da rami giovani. Il frutto è di pezzatura grossa (pesa circa 270 grammi), caratterizzato da un «collo» allungato. La buccia è di colore giallo chiaro o giallo, arrossata nella parte esposta al sole. La polpa, bianca, è fondente, di ottimo sapore, leggermente acidula. Buoni impollinatori sono Butirra precoce Morettini, Coscia, Kaiser, Passa Crassana, William. Si può conservare in fruttaio fino a metà ottobre.

8-DECANA DEL COMIZIO 

E’ considerata una delle migliori varietà di pero. Si raccoglie in settembre. L’albero è vigoroso anche quando è innestato su cotogno; la messa a frutto è lenta e la produttività tende all’alternanza. Esige vicinanza di piante impollinatrici e abbondante presenza di api durante la fioritura.
Fruttifica su branchette deboli. Il frutto č grosso (pesa circa 250 grammi), con buccia giallastra arrossata al sole e con macchie di ruggine. La polpa è bianca, fondente, profumata, deliziosa. Buoni impollinatori sono Abate Fétel, Conference, Decana d’inverno, Kaiser, Passa Crassana, William. Si può conservare in fruttaio fino a metà ottobre.

9-KAISER

Si raccoglie nella seconda metà di settembre. Anche in questo caso è bene individuare la giusta epoca di raccolta nel luogo di coltura per evitare di avere poi frutti legnosi, immangiabili. L’albero è vigoroso e non ha affinità con il cotogno; come nel caso della William, è necessario ricorrere all’innesto intermedio. Di lenta entrata in produzione, fruttifica in genere su lamburde portate da branchette di due-tre anni.
Il frutto è grosso (pesa circa 250 grammi), panciuto, a volte con collo breve e stretto. La buccia è di colore bronzato leggermente rugginoso. La polpa, bianco-giallastra, è talora granulosa, ma fondente, zuccherina, profumata. Buoni impollinatori sono Abate Fétel, Conference, Coscia, Decana del Comizio, Decana d’inverno, Passa Crassana, William. Si può conservare in fruttaio fino a fine ottobre

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10-PASSA CRASSANA 

Si raccoglie preferibilmente nella seconda metà del mese di ottobre; raccolte precoci determinano facilmente l’imbrunimento interno della polpa. L’albero è di buon vigore, di messa a frutto precoce e con produttività elevata e costante. La fruttificazione avviene prevalentemente su brindilli e lamburde. Il frutto è grosso (pesa circa 250 grammi), tondeggiante, con buccia verde che diviene giallognola a maturità, con lenticelle evidenti e lieve rugginosità vicina all’inserzione del peduncolo. La polpa, spesso leggermente granulosa, è fondente, zuccherina, gradevolmente acidula. Buoni impollinatori sono Abate Fétel, Conference, Coscia, Decana del Comizio, Decana d’inverno, William. Si conserva in fruttaio fino a gennaio.

Le varietà da cuocere
Le varietà sopra descritte sono tutte da consumare allo stato fresco; vi sono tuttavia altre varietà di un certo interesse che offrono il meglio della loro qualità con la cottura; fra queste la Madernassa, tipica della provincia di Cuneo, la Volpina  dell’Emilia-Romagna, la Martin Sec, la Spina Carpi.[…]

Bella di giugno Chiamato anche Mirandino Rosso, noto fin dal 1700. L`albero è vigoroso con una produzione abbondante e costante il frutto è piccolo e piriforme, buccia colore giallo sfumato di rosso e con polpa bianca; sapore dolce e conservazione breve. Caratteristica è la fruttificazione a grappolo generalmente sulle lamburde. Maturazione: fine giugno inizio luglio

La propagazione e i portainnesti 
Per produrre piante di una determinata varietà bisogna ricorrere all’innesto; i tipi di innesto più diffusi sono rappresentati dall’innesto a gemma dormiente, a scheggia, a triangolo. Sono tuttavia possibili anche innesti al tavolo, con macchine che possono eseguire innesti a spacco inglese, a omega e a denti.
Il portinnesto ancor oggi maggiormente impiegato è il cotogno, poiché consente di limitare lo sviluppo dell’albero e di anticipare l’entrata in produzione  migliorando, spesso, la qualità dei frutti. Alcune delle varietà più interessanti, come William e Kaiser, non hanno affinità con il cotogno; abitualmente per queste varietà o si adotta come soggetto il franco, oppure si ricorre all’innesto intermedio, che consiste nell’interporre, tra il portinnesto cotogno e la varietà prescelta, un’altra varietà che abbia affinità con ambedue; di solito questo «intermediario» è rappresentato da Passa Crassana oppure Butirra Hardy o Curato. Di recente le possibilità offerte dalla propagazione in vitro (micropropagazione) hanno permesso di fare radicare (in serra-laboratorio) delle microtalee e quindi di ottenere piante su proprie radici (piante autoradicate). Si ottengono così alberi simili (a volte anche più vigorosi) a quelli innestati su franco. Nel caso del pero questo tipo di alberi ha trovato diffusione solo per la varietà William che riesce a entrare in produzione relativamente presto e a produrre bene nonostante la notevole vigoria.

Portinnesti pero

Di cotogno esistono varie selezioni;  fra le più utilizzate ricordiamo il cotogno BA 29, di buon vigore, e il cotogno EM A, di vigoria leggermente inferiore, ambedue con discreta resistenza al calcare attivo; e poi EM C più debole, adatto per varietà vigorose in quanto riduce, più degli altri, lo sviluppo dell’albero. Interessante è pure la selezione italiana CTS 212, ottenuta all’Università di Pisa; presenta buon vigore ma favorisce una precoce entrata in produzione.
In anni recenti, nel tentativo di limitare gli effetti dannosi di una grave malattia del pero (e del melo) rappresentata dal cosiddetto «fuoco batterico», sono stati selezionati altri soggetti derivati da incrocio tra semenzali di pero; fra questi sono di particolare interesse i portinnesti denominati Farold, di cui Farold 40 e Farold 69 sembrano i più interessanti. Sono dei franchi e quindi possono essere vantaggiosamente impiegati per le varietà William e Kaiser; avendo una minor vigoria, specialmente il Farold 69, rispetto al franco di pero comune, danno origine ad alberi meno sviluppati, ma di mole sempre superiore a quella determinata dal cotogno. Non è tuttavia ancora ben definita, per tutte le varietà, la loro influenza su entrata in produzione, qualità dei frutti ed epoca di maturazione (2).
Aspetto molto importante nella scelta del portinnesto è che esso risulti controllato dal punto di vista sanitario; in non pochi casi, con il cotogno, si sono avuti problemi di disaffinità d’innesto a causa della presenza di virosi e/o fitoplasmi.

L’apparato radicale del franco č molto sviluppato in ampiezza, tanto che supera sempre il limite di proiezione della chioma sul terreno. Quanto alla profondità, la massa delle radici si distribuisce in uno spessore di terra di 60-80 cm; alcune di esse possono anche approfondirsi maggiormente per fare fronte ad esigenze idriche.
Le radici del cotogno, pur estendendosi esse pure al di là della proiezione della chioma, occupano un volume di terra minore poiché la maggior parte di esse si distribuisce in uno spessore di 40-50 cm.

(1)In ogni Regione esiste un Servizio fitosanitario dal quale i vivaisti ottengono controlli sulla sanità delle piante che producono; l’acquirente può così ricevere piante certificate esenti da malattie e parassiti.
(2) Per esempio Abate Fétel innestato su questi soggetti ritarda di circa una settimana la maturazione dei frutti e questi assumono pezzatura e forma meno buone rispetto a quelle ottenibili su cotogno.

Fonte: http://www.informatoreagrario.it/ita/riviste/Vitincam/Vic1203/frutteto.asp

Foto RETE

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