Aneto – Anethum graveolens L., detto anche aneto odoroso o aneto puzzolente.

 

Detto anche aneto odoroso o aneto puzzolente, è una pianta aromatica annuale, della famiglia delle Ombrellifere, originaria del Medio Oriente (India e Persia), ha un profumo tra il finocchio e l’anice. Se ne consumano sia le foglie che i semi. Da pochi anni sta avendo riscontro anche in Italia.

Ha foglie di colore verde-azzurro, formate da più foglioline filiformi disposte regolarmente. Oltre alle foglie se ne consumano anche i semi. Ha un profumo che ricorda il finocchio e l’anice. La pianta È una pianta aromatica annuale, della famiglia delle Ombrellifere. Ha foglie formate da più foglioline filiformi disposte regolarmente, di colore verde-azzurro. I suoi piccoli fiori gialli, che appaiono verso la metà dell’estate, sono raccolti in piatte infiorescenze ad ombrella e hanno un aroma più forte di quello delle foglie, ma più lieve e fresco di quello dei semi. Il terreno ideale per la sua coltivazione deve essere ricco di sostanza organica e dotato di buon drenaggio. Quest’erba tollera anche temperature di qualche grado sotto lo zero, ma in ogni caso, nelle zone a clima rigido, è preferibile riparare le piante in serra o comunque proteggerle. Predilige l’esposizione in pieno sole, al riparo dai venti.

Come coltivare l’aneto

L’aneto si presta alla coltivazione in vasi da sistemare su balconi o terrazzi. Il periodo di semina è tra la primavera e l’estate. Conviene non mettere a dimora l’aneto accanto al finocchio perchè, mischiandosi le impollinazioni, si confondono anche gli aromi. Buona norma è tenere il terreno libero dalle erbe infestanti. La distanza tra le piante deve essere di almeno 5 centimetri. L’aneto può venir coltivato per consumare l’intera pianta, come fosse un ortaggio, o per la raccolta dei semi. Se si intende raccogliere le piantine si devono tagliarle alla base quando superano una ventina di centimetri d’altezza. Se interessati alla raccolta dei semi si devono tenere le piantine capovolte sopra un telo, in posizione soleggiata, quando i capolini cominciano ad assumere un colore bruno, per completarne la maturazione.

In commercio

Si trova sia fresco in vaschette, o in vaso o essiccato.

In Italia è da poco che viene valorizzato, per alcuni il suo aroma risulta infatti non piacevole, in quanto molto intenso, acre e pungente. Parte del merito per la riscoperta dell’aneto in cucina in Italia è dovuta alla introduzione negli anni ’80 del consumo di salmone affumicato che ben si sposa con il sapore dell’aneto. Nella cucina italiana viene adoperato nelle insalate, sulle patate lessate, nelle marinate, nella salsa per i pesci, per insaporire minestre e intingoli e sulla carne alla griglia, ma si accompagna anche a yogurt, panna acida e formaggi freschi. I semi, molto profumati, sono ideali per aromatizzare l’aceto e le conserve. L’aneto in Grecia In Grecia i semi vengono utilizzati per aromatizzare il pane, mentre le e cime insaporiscono le salse, le marinate di pesce, formaggi come la feta, legumi, olio e aceto. Tedeschi e ungheresi uniscono le foglioline ad altri aromi per la preparazione d sottaceti agrodolci. Gli scandinavi la usano per insaporire le uova, il salmone, le patate e le zuppe. Conservazione Per avere aneto fresco per tutto l’arco dell’anno è consigliabile in autunno tagliarne una buona quantità, e porre le foglie sminuzzate in freezer, dove il profumo intenso si conserva abbastanza bene; ovviamente le foglie scongelate sono indicate solo per piatti caldi. I semi maturi vengono essiccati; le foglie o si essiccano o si congelano.

Origine

È originario del Medio Oriente (India e Persia). Tradizionalmente utilizzata nella cucina indiana. Oggi è diffusa come pianta selvatica anche in gran parte dell’Europa, in particolare nelle zone con clima abbastanza fresco, dall’Italia settentrionale fino alla Svezia.

Proprietà

Il suo olio essenziale ha caratteristiche aromatiche, rinfrescanti, digestive e antisettiche. Pestando i suoi semi e ponendoli in infusione si ottiene un liquido utile a molti scopi: per fare bagni rinforzanti alle unghie per favorire la digestione, per placare il singhiozzo e i crampi dello stomaco, per alleviare le flatulenze e l’insonnia L’infuso di aneto è usato tradizionalmente per stimolare la secrezione lattea. Masticare i semi d’aneto fa rinfrescare l’alito. Consultare sempre il proprio medico di fiducia.

 

Il nome

Il nome del genere deriva dal gr. ‘ánethon’ (>lat. ‘anethum’), aneto, da ‘aníemi’, io scaccio (i malori), probabilmente in riferimento alle proprietà terapeutiche dalla pianta. L’epiteto specifico dal lat. ‘gravis, -e’, pesante, forte, e dal part. pres. ‘olens’ (<‘olere’), odorante, per il forte odore aromatico della pianta. Detto anche Aneto odoroso o aneto puzzolente. Curiosità Secondo la scuola medica degli antichi Greci si potevano evitare gli attacchi di epilessia e vanificare i sortilegi nefasti stringendo un rametto di aneto nella mano sinistra. L’aneto era molto usato anche dagli antichi Romani che pensavano potesse accrescere la forza fisica. I gladiatori infatti lo usavano in abbondanza come condimento da aggiungere ad ogni vivanda e si coronavano il capo con questa pianta come simbolo di gioia. I legionari cospargevano le ferite con i semi bruciati per facilitare la guarigione. Va inoltre ricordata la ricetta del pollo all’aneto di Apicio. Conosciuto anche dagli Egizi, che ne apprezzavano le virtù come calmante, è citato nella Bibbia come pianta pregiata al punto da venir usata come moneta per il pagamento delle tasse. Viene menzionato da Aristotele e da Teocrito, e da Virgilio e da Plinio.

Tratto da: http://www.alimentipedia.it/aneto.html

Foto RETE

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