Le nuove tecnologie avrebbero potuto essere un bene comune capace di sconfiggere la miseria e di rendere l’esistenza di ciascuno degna di essere vissuta. Purtroppo c’è una percentuale della popolazione, i vincenti, a cui l’eguaglianza non piace, neppure l’eguaglianza nel benessere: loro vogliono essere e avere più degli altri e possibilmente tutto. Per colpa della loro avidità e della passività della gente è stata persa un’occasione storica per portare nel mondo la giustizia: per colpa loro il progresso tecnologico e scientifico è stato usato per creare la più oscena ineguaglianza economica della storia, imbruttire il pianeta, dissipare risorse naturali e culturali accumulate in millenni.
In questa situazione il reddito di cittadinanza è un espediente insufficiente ma necessario per impedire che i lavoratori, costretti a competere con le macchine, perdano qualsiasi potere contrattuale. È un punto di partenza, non di arrivo. I ricchi e le loro multinazionali lo sanno benissimo; non lo vogliono per lo stesso motivo per cui cercano di distruggere il welfare e incoraggiano le migrazioni incontrollate: perché hanno bisogno di una massa di disperati da sfruttare e mettere gli uni contro gli altri. Quando tutti avessero di che vivere dignitosamente il ricatto del neocapitalismo verrebbe meno e inizierebbe la sua fine.
Francesco Erspamer
Dalla pagina fb dell’autore
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