Da sempre la cura e il rispetto degli alberi rappresentano il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo.
Già nell’antica Grecia era usanza celebrare feste per festeggiare la piantagione di alberi.
Alberi e boschi infatti avevano una grande importanza per i Greci e presso di loro erano già diffuse la pratica dell’albericoltura e dell’impianto di boschi.
Nell’antica Roma gli alberi erano rispettati anche per motivi religiosi e i boschi erano consacrati alle divinità.
Una delle più grandi feste in epoca romana era la “Festa Lucaria” che cadeva il 19 luglio e esistono numerosi documenti del passato che testimoniano quanto diffuso fosse l’impianto di nuove piantine in occasione di feste, ricorrenze ed avvenimenti.
Nel 1872 in America, nello stato del Nebraska ci fu il primo Arbor day.
Si pensò infatti di dedicare un giorno all’anno alla piantagione di alberi per creare una coscienza ecologica nella popolazione e per accrescere anche il patrimonio forestale del paese.
E in Italia?
Negli anni successivi si diffuse anche in Europa e nel 1898 la prima “Festa dell’albero” fu celebrata anche in Italia con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi e fu in seguito istituzionalizzata con la “Legge forestale” del 1923.
Una legge del 1992 prevede che ogni Comune pianti un albero per ogni nuovo bambino nato e registrato all’anagrafe.
Nel 2010 fu poi istituzionalizzata la “Giornata Nazionale degli Alberi” da celebrare il 21 novembre di ogni anno.
La “Festa degli Alberi”, oggi, mantiene inalterato il valore delle sue finalità istitutive che sono ancor più attuali di un secolo fa e rappresenta un importante strumento per creare una sana coscienza ecologica nelle generazioni future che si troveranno ad affrontare problemi ed emergenze ambientali sempre nuovi e su scala globale.
FONTE: https://www.filastrocche.it/feste/storia-della-festa-degli-alberi/
Nella foto dei primi anni Sessanta Franco Giampaolini durante la Festa dell’albero al Convento di San Francesco.
GLI ALBERI CHE VEDO ALLA FINESTRA
Gli alberi sembrano identici
che vedo dalla finestra
Ma non è vero. Uno grandissimo
si spezzò e ora non ricordiamo
più che grande parete verde era.
Altri hanno un male.
La terra non respira abbastanza.
le siepi fanno appena in tempo
a metter fuori foglie nuove
che agosto le strozza di polvere
e ottobre di fumo.
La storia del giardino e della città
non interessa. Non abbiamo tempo
per disegnare le foglie e gli insetti
o sedere alla luce candida
lunghe ore a lavorare.
Gli alberi sembrano tutti identici,
la specie pare fedele.
E sono invece portati via
molto lontano. Nemmeno un grido,
nemmeno un sibilo ne arriva.
Non è il caso di disperarsene,
figlia mia, ma di saperlo
mentre insieme guardiamo gli alberi
e tu impari chi è tuo padre.
FRANCO FORTINI
Alberi!
Frecce voi siete
dall’azzurro cadute?
Quali tremendi guerrieri
vi scagliarono?
Sono state le stelle?
Vengon le vostre musiche
dall’anima degli uccelli,
dagli occhi di Dio.
FEDERICO GARCIA LORCA
In uno splendore di fuoco,
rosse, gialle, bruciacchiate
le foglie se ne sono andate.
L’albero ora tende
le braccia nodose e nere
verso un cielo grigio e greve.
L’inverno è arrivato.
CORINNE ALBAUT
Il colore azzurro degli alberi
nella corteccia rovente,
il colore piano del muschio
protetto da ogni dolore,
il colore chiaro del legno
che alza il suo cuore cantando
nell’inno dei cieli,
quel colore che si leva nel vento
e parla col tuo Signore
l’antico messaggio segreto
della creazione del caos,
la parola nuda del servo
che inneggia al Dio Salvatore,
e le piccole pieghe ed i ricci
e ciò che cade
dall’albero antico,
fortifica tutte le zolle
che hai dentro al cuore,
fortifica tutte le cose
le cose d’amore.
ALDA MERINI
Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande
morta, né più coi turbini tenzona.
La gente dice: Or vedo: era pur grande!
Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: Or vedo: era pur buona!
Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell’aria, un pianto… d’una capinera
che cerca il nido che non troverà
GIOVANNI PASCOLI