Quando Sékou Touré della Guinea decise nel 1958 di uscire dall’impero coloniale francese, e optò per l’indipendenza del paese, l’elite coloniale francese a Parigi andò su tutte le furie e, con uno storico gesto, l’amministrazione francese della Guinea distrusse qualsiasi cosa che nel paese rappresentasse quelli che definivano i vantaggi della colonizzazione francese.
Tremila francesi lasciarono il paese, prendendo tutte le proprietà e distruggendo qualsiasi cosa che non si muovesse: scuole, ambulatori, immobili dell’amministrazione pubblica furono distrutti; macchine, libri, strumenti degli istituti di ricerca, trattori furono sabotati; i cavalli e le mucche nelle fattorie furono uccisi, e le derrate alimentari nei magazzini furono bruciate o avvelenate.
L’obiettivo di questo gesto indegno era quello di mandare un messaggio chiaro a tutte le altre colonie che il costo di rigettare la Francia sarebbe stato molto alto.
Lentamente la paura serpeggiò tra le elite africane e nessuno dopo gli eventi della Guinea trovò mai il coraggio di seguire l’esempio di Sékou Touré, il cui slogan fu “Preferiamo la libertà in povertà all’opulenza nella schiavitù.”
– Il 1 gennaio 1966, Jean-Bédel Bokassa, un ex soldato francese della legione straniera, guidò un colpo di stato contro David Dacko, il primo presidente della Repubblica Centrafricana.
– Il 3 gennaio 1966, Maurice Yaméogo, il primo presidente della Repubblica dell’Alto Volta, oggi Burkina Faso, fu vittima di un colpo di stato condotto da Aboubacar Sangoulé Lamizana, un ex legionario francese che combatté con i francesi in Indonesia e Algeria contro le indipendenze di quei paesi.
– il 26 ottobre 1972, Mathieu Kérékou che era una guardia del corpo del presidente Hubert Maga, il primo presidente della Repubblica del Benin, guidò un colpo di stato contro il presidente, dopo aver frequentato le scuole militari francesi dal 1968 al 1970.
Negli ultimi 50 anni un totale di 67 colpi di stato si sono susseguiti in 26 paesi africani, 16 di quest’ultimi sono ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di stato si sono verificati nell’Africa francofona.
di Mawuna Remarque Koutonin.
A gennaio 2014, 14 paesi africani sono obbligati dalla Francia, attraverso un patto coloniale, di pagare tasse pari all’85% delle loro riserve valutarie. Queste tassazioni vengono eseguite sotto il diretto controllo da parte della banca centrale francese e del ministero delle Finanze. Gli importi di questa tassazione vengono stimati in 500 miliardi di dollari ogni anno. I leader africani che rifiutano di pagare o sono stati uccisi o si sono ritrovati vittime di colpi di stato. I capi di stato che obbediscono vengono sostenuti politicamente e ricompensati dalla Francia, garantendo loro uno stile di vita sontuoso, mentre il loro popolo sopporta condizioni di estrema povertà e disperazione.
I patti di colonizzazione francese prevedono, a partire dal 1950, che i paesi africani devono depositare le loro riserve monetarie nazionali alla banca centrale della Francia. Negli anni la Francia ha continuato a trattenere le riserve nazionali di questi quattordici paesi africani: Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e il Gabon.
La Francia consente loro di accedere solo al 15% del denaro ogni anno. Se hanno bisogno di più risorse, nessun problema, la Francia li ‘agevola’ in questo: presta loro il denaro extra necessario, da parte del Tesoro francese, applicando i normali ‘tassi commerciali’.
La Francia ha quindi indebitato e schiavizzato gli africani, appropriandosi di ogni ricchezza dell’Africa. Il cosiddetto sventurato ‘Terzo Mondo’, in realtà tanto povero non era. Ora quella popolazione fugge dalla carestia per raggiungere un’Europa ricca, senza pensare che molti paesi europei dove sono diretti, hanno determinato la carestia africana arricchendosi ancora oggi appropriandosi delle loro ricchezze.
Quindi, la prossima volta che sentiamo dire in TV che i migranti africani fuggono dalla carestia, pensiamo anche alla Francia.
Fonte: http://altritempi.info/limpero-colonialista-francese-in-africa/
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