Origine dei cognomi – RIGGIO

 

Nell’antichità classica per indicare gli abitanti si ebbe sempre sia presso i greci come presso i romani il termine reggini, per la precisione colla g dura, «reghinoi, regbini». L’unica differenza riguardava la lettera r che presso i greci foneticamente era aspirata e quindi nella trascrizione aveva una h dopo, rheghinoi; presso i romani, invece, stando almeno alla scrittura, era pronunziata senza aspirata, reghini. La pronunzia aspirata è rimasta tuttora, nel dialetto come se fosse una doppia r, Rriggio. Ma colla decadenza dell’impero romano, cominciò a prevalere invece di reggini, la dizione riggitàni chiaramente latinizzata.

Se ne ha una testimonianza scritta nel documento firmato da Giovanni vescovo di Reggio al concilio Constantinopolitano III contro i monoteliti (680): «loannès indignus episcopus sanctae Rbegitanae ecclesiae…»(10).

Come etnico è rimasto unicamente il cognome di cui sopra che coincide col toponimo, Rrìggiu. Riitàno non è l’etnico dì Reggio ma delfretum (lo stretto) che ha dato friitano, Riitàno. Anche se non rientra nel nostro compito, diamo qui un brevissimo resoconto su quelle che sono le ipotesi dell’etimo dì Reggio. Una base su cui tutti oggi convengono è che si tratti di una radice pregreca, probabilmente indoeuropea.

Le ipotesi correnti si possono ridurre a tre.

Reggio deriva dal greco «rhegnymi» (rompo) e si riferirebbe alla frattura dello stretto avvenuta in tempi geologici.

Reggio è una radice osca latina legata con re, regale e alluderebbe alla sua posizione come fronte d’entrata della penisola: acroterio d’Italia è chiamata dagli antichi greci (111).

Reggio non si rifà né al greco né a un antico osco ma ha una base indoeuropea da collegare colle acque («reo» in greco vuoi dire scorro). Questo spiegherebbe perché di Reggio ce ne sono due: la nostra e quella emiliana, ambedue presso le acque l’una dello stretto e l’altra del fiume.

Per avere un’idea degli antichi confini sì sa con certezza che dalla parte nord la cinta muraria passava dall’odierna via Vollaro con Piazza De Nava salendo lungo l’odierna via Dalmazia per girare intorno alla collina S. Antonio. Questo presso i greci e i romani. Nel medioevo la città sì restrinse al limite dell’odierna Via Giulia. Dalla parte sud il limite doveva trovarsi non molto dopo il Calopinace sia per il porto ubicato in un’ansa della ex penisola di Calamizzi sia per i top. Sbarre, Loreto che non sono altro che radici equivalenti a confine

Giuseppe Pensabene, COGNOMI E TOPONIMI IN CALABRIA, Gangemi

 

110 Idem, V.I,201 – A. Traina, o.c., p. 5 1, spiega la mancanza dell’aspirata di Regium nella tradizione , perché la voce penetrò dalla romana Magna Grecia prima della notazione delle aspirate fatta in Grecia.

111 Tucidide, 3,86,2.

 

Foto RETE

 

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