L’industrializzazione mancata: la FAINI di Cetraro

Posa della prima pietra, alla presenza del senatore Giuseppe Mario Militerni, il Ministro Medici, l’on. Giuseppe Reale e il vescovo del tempo

 

[…]L’occasione mi offre il destro per narrare alle nuove generazioni, un particolare, credo sconosciuto, che, però sta alla base della nascita dello Stabilimento Donato Faini a Cetraro.

Passava Faini da Cetraro con la sua macchina, diretto a un comune calabrese in cui intendeva impiantare il suo stabilimento. Si fermò a dormire in questo paese, presso l’Albergo Italia, di cui erano proprietari Attilio e Armando Occhiuzzi. Durante la cena, Attilio, uomo ingegnoso e attivo sia nella vita privata sia nelle relazioni sociali, conversando col Faini, venne a sapere del suo progetto industriale e, durante la notte, maturò un suo piano personale.

Operaie della Faini al lavoro

Si alzò presto, l’indomani mattina e corse a informare di tutto il senatore Giuseppe Mario Militerni. Questi si presentò immediatamente al Faini ed offrì la sua mediazione presso gli organi istituzionali comunali, perché lo stabilimento sorgesse a Cetraro e non altrove, prospettando la possibilità di ottenere ogni utile facilitazione, come la gratuità del suolo e la fornitura dei necessari servizi. La trattativa fece il suo corso e la partita si chiuse a favore del nostro paese.

Miss Italia in visita alla Faini di Cetraro

Nel libro San Marco Evangelista, Parrocchia di Cetraro Marina, così ne descrivevo brevemente la sua evoluzione:

Nacque il Lanificio Faini che segnò una svolta epocale per l’intera economia cittadina, giungendo ad occupare, nel periodo di massimo sviluppo, oltre seicento dipendenti. Giunsero alla marina di Cetraro i dirigenti dal nord, operai e impiegati dai paesi vicini e scesero, dalle campagne le nostre contadinelle, che, indossati moderni abitini e scarpette, abbandonarono terre, pecore, porcili e pollai, per imbracciare i telai e tessere i fili della nuova Manifattura Laniera, riscattando anni e anni di dura e servile esistenza. Esse divennero subito esperte in filatura, tessitura, taglio e cucito, per cui, anche Miss Italia, in quegli anni, vestì costumi confezionati, con grande perizia, dalle operaie che vennero a gravitare attorno alla Parrocchia di Cetraro marina.

Si trattò di una vera rivoluzione copernicana, che ha giocato un ruolo decisivo nel processo evolutivo cittadino, sia dal punto di vista economico che sociale, anche se talora furono innalzati cartelli con la scritta “Faini se ne deve andare!” e altro ancora.

La crisi. Sciopero degli operai

Quando Faini se n’è andato, noi siamo rimasti con l’acqua alla gola e lo stabilimento, cessata ormai ogni attività, è rimasto testimone triste e solitario, dietro le maglie di una rete che racchiude la sua mole oblunga, a ricordare un passaggio proficuo e felice della storia del nostro paese.[…]

Di Luigi Leporini

Fonte: https://www.cetraroinrete.it/in-merito-a-la-faina-del-prof-mario-braile/

 

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