Il KAKI, la pianta dai frutti gustosi

Specie originaria della Cina ma molto diffusa soprattutto in Giappone, arrivata in Europa solo alla fine dell’Ottocento, il caco è l’ultimo frutto ad essere colto prima dell’inverno. Tra i prodotti più richiesti ricavati da questa pianta c’è la confettura di cachi, la cui produzione casalinga è molto semplice.

Originario dell’Estremo Oriente (Cina e Giappone), dove viene coltivato da secoli su vasta scala, il kaki venne importato in Europa nel 1766 ma presso le classi agiate non incontrò grande fortuna, se non come albero ornamentale, rappresentando invece un alimento altamente energetico in pianura e in collina per le famiglie contadine, che ne piantavano sempre almeno un albero nei pressi dell’abitazione. Nell’immediato dopoguerra le qualità organolettiche dei suoi dolcissimi frutti sono state riconosciute anche nelle città, facendo così diffondere la coltivazione. Attualmente, i Paesi maggiormente vocati alla produzione di kaki sono Francia, Italia, Spagna e Cipro.

COME SI COLTIVA IL CACO

Predilige i climi caldo-temperati, si avvantaggia delle estati calde ma resiste anche agli inverni freddi. Teme le gelate primaverili e la siccità.

È sensibile anche al vento, soprattutto nel periodo della raccolta, quando le folate possono spezzare i rami carichi di frutti e ancora fogliosi. Anche la grandine può danneggiare irrimediabilmente i frutti che hanno un’epidermide molto delicata: sulle ferite si possono poi sviluppare marciumi. Fenomeni meteorologici particolari o carenze d’acqua nel terreno possono inoltre determinare screpolature nei frutti, sulle quali si insediano successivamente funghi saprofiti.

La pianta di cachi si alleva in giardino in forma naturale: raggiunge anche i 12 metri di altezza e ha una chioma globosa molto bella. In autunno si mettono a dimora astoni innestati di un anno e già nel terzo anno la produzione è generosa.

Si propaga esclusivamente con innesto a spacco o a triangolo, perché l’innesto a occhio attecchisce difficilmente. È bene acquistare una pianta innestata piuttosto alta (90-100 cm) se il proprio appezzamento è situato in zona fredda o di bassa montagna, per evitare il gelo più intenso che insiste intorno al suolo.

I portainnesti, che appartengono tutti allo stesso genere botanico della specie coltivata, sono tre: Diospyros lotus, Diospyros virginiana e Diospyros kaki (franco). D. lotus è il portainnesto più diffuso; caratterizzato da una buona resistenza alle basse temperature e alla siccità, imprime alla pianta elevata vigoria oltre che un omogeneo sviluppo vegetativo. D. virginiana si caratterizza per la buona adattabilità ai terreni pesanti e umidi, e alle basse temperature (ideale in Val Padana). D. kaki risulta abbastanza suscettibile ai ristagni idrici e al freddo: se ne consiglia l’impiego nei frutteti del Meridione, dove sono minori i rischi legati agli abbassamenti termici invernali.

YouTube player

Le piante vanno disposte a una certa distanza l’una dall’altra, cioè a 5-7 m. Il kaki si alleva a vaso medio, ma anche a piramide e a palmetta. Fornite un terreno fresco, profondo, fertile e ben drenato. Una concimazione annuale organica è sufficiente, mentre le irrigazioni estive devono essere costanti e regolari.

A proposito di potatura degli alberi da frutto, la pianta di cachi è tra quelle che non richiede potatura se non per ripulire la pianta e rinvigorire la vegetazione degli esemplari più vecchi. Se i rami in estate fossero troppo carichi di frutti, o si procede con il diradamento o si utilizzano forche o corde per sostenerli.

Non necessita di trattamenti antiparassitari o anticrittogamici.

VARIETÀ E RACCOLTA DEI KAKI

Esistono tre gruppi di kaki: il primo è dato da cultivar che possiedono solo fiori femminili, i quali producono frutti commestibili alla raccolta attraverso l’impollinazione, per esempio Kaki Tipo (o Napoletano), Mercatelli (o Cioccolatino), Vainiglia. Il secondo gruppo è dato da cultivar che hanno ugualmente solo fiori femminili, i quali però danno frutti eduli alla raccolta indipendentemente dall’esser stati o no impollinati, per esempio Kaki Costata, Farmacista Honorati e Fennio (varietà italiana del 1955). Il terzo infine, che arriva dal Giappone, è formato da cultivar i cui fiori danno frutti eduli a maturità senza bisogno di impollinazione, per esempio il kaki-mela Fuyu. Se si ha a disposizione terreno sufficiente per due piante, sarebbe bene mettere un Mercatelli, come aiuto per l’impollinazione. Il Vainiglia e il Fuyu sono già commestibili alla raccolta.

I frutti si raccolgono in autunno dopo la caduta delle foglie. Per accelerare la maturazione del caco, quelli ancora acerbi si possono chiudere in un sacchetto con alcune mele che, esalando gas etilene, li porteranno a maturazione in pochi giorni.

Essendo i cachi frutti molto delicati che, se vengono danneggiati durante la raccolta, vanno subito incontro a marciumi, occorre procedere con delicatezza, tagliando con un paio di forbici o un coltello il peduncolo. Se la raccolta scalare non fosse possibile, si possono raccogliere e poi disporre in cassette in un solo strato, evitando che si tocchino l’uno con l’altro. Vanno poi lasciati in un luogo fresco, controllandoli di tanto in tanto per accertarsi della maturazione. In frigorifero la conservazione a 2-3 °C e con un’umidità del 90% si può prolungare al massimo fino a due mesi.

Dalla pianta di cachi si ricavano frutti dolci e succosi. Numerose sono infatti le ricette con i cachi, e soprattutto i dolci con i cachi. Insomma, per tutti i buongustai, la coltivazione della pianta di cachi sarà una soddisfazione anche per il palato.

Fonte: http://www.giardinaggioweb.net/posts/803-la-pianta-di-cachi-come-coltivarla

Foto RETE

Ti potrebbero interessare:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close