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È interessante questa foto, fatta verso la fine del 1958. È utile perché ci aiuta a vedere com’era ridotta la chiesa di Santo Linardo, melanconico ricordo del nostro passato basiliano. Per anni senza porta, senza tetto, gli affreschi esposti alle intemperie, rovi che vengono giù dal lato monte: quanta tristezza!
I ragazzi vi andavano a giocare, con un solo timore: non si poteva salire nella nicchia dov’erano i resti della statua di Santo Linardo, perché non si sarebbe più scesi. L’improvvisa comparsa di un mare vasto e profondo lo avrebbe impedito.
Se si fosse stati più lungimiranti, nel dopoguerra c’era ancora molto da salvare del nostro patrimonio storico.
I giovani nella foto sono Dante Oliva e Biasino Maradei. Sulla sinistra si vedono donne che lavano al fosso del mulino. Non vi fate sfuggire un particolare: se guardate bene tra Dante e Biasino s’intravede la scala dell’accesso laterale. Non c’è più. Una scelta sconsiderata l’ha fatta demolire, perdendo un elemento caratteristico dell’architettura di questa chiesetta.