La Madonna del Carmine e la festa de noantri a Roma

II 16 luglio si festeggia in tutta Italia una delle Madonne più popolari, la beata Vergine del Carmelo, detta popolarmente la Madonna del Carmine. Carmelo deriva dall’ebraico karmel che significa giardino: così si chiama anche un monte della Palestina sul quale il profeta Elia, mentre stava pregando, vide una nuvoletta che a poco a poco si allargò oscurando il ciclo e sciogliendosi in pioggia. Quella nuvoletta fu poi interpretata dai cristiani come una prefigurazione della Madonna.

Una leggenda narra che Elia istituì sul Carmelo un ordine di solitari che onoravano nella preghiera la Vergine non ancora nata. Si sa invece con certezza che all’inizio del secolo XIII vivevano sul monte Carmelo degli eremiti che furono poi raccolti nell’ordine dei carmelitani dal patriarca di Gerusalemme, il beato Alberto. Qualche decennio più tardi cominciarono a emigrare in Europa per sfuggire ai musulmani che avevano occupato la Palestina. Nel 1226, quando il papa approvò la nuova regola monastica, istituirono la festa della Madonna del Carmelo che divenne popolare per un’apparizione miracolosa della Vergine.

Nel 1251 era superiore generale dell’ordine il monaco inglese Simon, soprannominato Stock, che nella sua lingua significava, come ora, «tronco». Si narrava, infatti, che egli avesse atteso l’arrivo dei carmelitani in Inghilterra nella cavità di un tronco d’albero. Quando nel 1241 aveva saputo da un suo servo che essi erano giunti nei due conventi di Alnwick e Aylesford si unì a loro; poi in un capitolo celebrato in Inghilterra fu eletto miracolosamente priore generale dell’ordine, carica che secondo alcuni agiografi mantenne per vent’anni e secondo altri per cinquanta.

Un giorno la Madonna apparve a Simon consegnandogli uno scapolare che avrebbe liberato dalle pene dell’Inferno chi lo avrebbe indossato. Da quel momento la devozione per la Vergine del Carmelo si diffuse in tutta l’Europa così come l’uso degli scapolari.

Anche a Trastevere, a Roma, si festeggia, a partire dal sabato successivo alla data liturgica, la Madonna del Carmine detta anche la Madonna de noantri, cioè «di noialtri». Secondo una leggenda, in un giorno imprecisato del secolo XVI, alcuni portuali a riposo stavano pescando lungo le rive del Tevere quando uno di loro agganciò una cassa che conteneva la statua della Madonna. La portarono nel rione e decisero di celebrare la miracolosa «pesca» ogni anno.

La festa si apre con una processione che trasferisce la statua dalla chiesa di Sant’Agata, dov’è custodita, per le vie del rione fino a San Crisogono, dove rimane otto giorni per essere poi ricondotta a Sant’Agata. Anticamente la processione era chiamata dei bucaletti perché veniva organizzata dalla compagnia dei vascelari, dei vasellai, che in quel tempo, oltre a far pentole e tegami con la creta del fiume, plasmavano anche i bucali de coccia, le brocche usate per servire il vino nelle osterie. Adesso l’organizza l’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di Santa Maria del Carmine di cui fanno parte i trenta confratelli che, col saio bianco e senza la mantellina tradizionale, portano la statua su una pesante macchina per le vie del rione.

In questo periodo tutta Trastevere è in festa: bancarelle per il viale, osterie all’aperto piene di gente, manifestazioni musicali e teatrali nelle piazzette. Vi arrivano molti turisti che nulla sanno della Madonna del Carmine, ma vogliono godersi quell’atmosfera paesana nel centro di Roma. La festa popolare è, però, abbastanza recente; risale agli anni Venti quando il fascismo, cercando di promuovere le tradizioni popolari, favoriva lo sviluppo delle manifestazioni profane: le fu dato il nome di festa de noantri per distinguerla da quella religiosa.

Da LUNARIO, di Alfredo Cattabiani – Mondadori

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