
TERRA MIA.
Ma perché dovremmo ancora gridare la nostra amara sorte
se non ci ascolta nessuno?
Anche i tuoi figli poeti, terra mia, se ne sono andati
e ti cantano da lontano
con tenere voci
che dovrebbero commuovere
il cuore del mondo.
Impastiamo il pane della pazienza
colle nostre lagrime
come sacra offerta ai morti.
Non ci ascoltano che i morti.
(Felice Mastroianni).
I versi sono lì e, certo, ognuno può leggerli e commentarli come vuole[…] Un grande poeta come Mastroianni che parla della memoria del paese e della necessità di ascoltare i defunti non mi pare spinga alla rassegnazione ma critichi la faciloneria modernista di chi pensa di vivere nel “migliore dei mondi possibili”. Guardiamo gli indici di natalità che parlano di uno svuotamento progressivo del sud, consideriamo che ci sono paesi ormai con quattro o cinque abitanti… Si può continuare ad essere ottimista con questi gruppi dirigenti della Calabria dove viene eletto un anticalabrese razzista come Salvini? Non sono il “cantore” di nulla, cerco di vivere con decenza e con garbo questa ubriacatura collettiva, non mi piace la rassegnazione, e, per me, nella vita personale e di tutti i giorni, ogni secondo è una battaglia per resistere. Certo non amo la retorica e i proclami autoconsolatori o no amo raccontare menzogne. Non credo alle speculazioni sui paesi che vanno via fatte da “medici” interessati. E spero di non appartenere a quella categoria di calabresi che come diceva Pasolini hanno la sindrome dello struzzo. Sono quelli che nascondono la testa nella sabbia per non vedere la realtà e per non sentirsi mai responsabili dando la colpa agli altri magari ai poeti che sanno ascoltare i dolori del mondo e non danno alcuna credibilità ai pifferai magici dei potenti. Si chiama amore per la verità, pietas, resistenza…Grazie e buona domenica.
Vito Teti
Dalla pagina Facebook del prof. Teti
Foto RETE