
Un proverbio lucchese sostiene che «I denti della vecchia San Fredian l’aspetta». San Frediano, che si festeggia il 18 novembre, è un vescovo di Lucca in onore del quale nel Medioevo fu costruita una celebre chiesa, tra le più belle della Toscana. Il proverbio significa che la bassa temperatura fa battere i denti soprattutto ai vecchi che sono più freddolosi e non li hanno ben saldi.
Si ricorda anche che «Per San Frediano la neve al monte e al piano».
Passa qualche giorno e si giunge al 23 novembre, festa di San Clemente, il terzo papa. Il freddo aumenta sicché si suole dire: «Per San Clemente l’inverno mette un dente», cioè comincia a mordere.
Ed ecco, il 25 novembre, Santa Caterina di Alessandria: i contadini più anziani ricordano che «Per Santa Caterina la neve alla collina» oppure «Per Santa Caterina o neve o brina». Sicché si consiglia: «Per Santa Caterina tira fuori la fascina», cioè comincia ad accendere il fuoco nel camino.
Questo proverbio la dice lunga sulla robustezza dei nostri avi che aspettavano sino alla fine di novembre per accendere regolarmente il camino, mentre noi riscaldiamo la casa ormai da quasi un mese. Dicevano anche: «Per Santa Caterina manicotto e cassettina», che era un recipiente di metallo pieno di brace e cenere che si adoprava per scaldare i piedi.
Le giornate si sono notevolmente accorciate perché ci si avvicina al solstizio d’inverno: sicché un proverbio campagnolo avvisa che «Per Santa Caterina un passo di gallina». Allo stesso fenomeno allude anche un proverbio paradossale del 30 novembre, festa di Sant’Andrea apostolo: «Per Sant’Andrea ti levi da pranzo e ti metti a cena» nel senso che le giornate sono così brevi che vien subito sera.
Da LUNARIO, di Alfredo Cattabiani – Mondadori
Novembre ad Orsomarso veniva detto Santu Martino
Alcuni proverbi:
A Santu Martino minestra e cucina
Santu Martino bello o brutto, fora mora tutto
Pi murti, a niva ‘nta l’urto
A Santu Linardu simina ca jè tardi
Pi Santu Martino u virnu j’è ‘ncamino
Santu Martino, stippa a vutta e percia u vino
DETTO:
“Santu Martino!” veniva detto, in alcune circostanze, come augurio di abbondanza, prima di entrare in una casa.
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Mamma, Cicciu mi tocca!
Toccami, Cicciu, ca mamma nu’ bira!
Foto: RETE