
Sitazzo
Segghje, setacciare.
Sitazzo, recipiente di forma circolare che serve per setacciare
Da sito (σήθω), setacciare.
Ad Orsomarso c’erano due recipienti di forma uguale, ma fatti con materiali diversi e con funzioni diverse.

U cirnicchio (probabilmente da koskinon (κόσκινον), setaccio, fatto di vimini; serviva per setacciare (segghje) cereali (grano soprattutto), legumi ecc…
U sitazzo, fatto con una fascia rotonda di legno e per fondo un retino metallico. Veniva usato per setacciare (cerne) la farina, separandola dalla crusca.
Esistevano anche due verbi per indicare i due tipi di lavoro:
si segghjva il grano cu cirnicchio,
e si cirnija a farina cu sitazzo.
I muratori avevano due tipi di setaccio: uno di forma rettangolare e l’altro, più piccolo, di forma circolare.


Servivano per ottenere sabbia fine, usata per intonacare. La sabbia migliore si trovava a Rinagghja, la collina posta a nord del paese, verso la Vadda, prima di arrivare a Petra u Gaddo.
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Scarparo che ripara zaricchje
Zaricchje, scarpe malandate, quelle che di solito si trovavano a maneggiare i calzolai.
Da tsankáris (tσαγκάρης), calzolaio
Nel tempo contadino c’era chi non si poteva permettere il lusso delle scarpe, nemmeno d’inverno. E quando se ne aveva un paio si usavano anche se sbrindellate, con aperture improvvise per dita o talloni. Capitava che il calzolaio non sapesse dove mettere mano per ridarle una forma.
La morsa della miseria è crudele.