Le meraviglie dell’ISOLA DINO

” Un ambiente che si estende su una piattaforma localizzata a circa 100 metri dalla parete del Frontone, nell’estremità occidentale, a meno di 30 metri e fino a 50, che ospita inoltre una notevole varietà di vita.

Una sagola piombata legata alla superficie da un pallone segna-sub si fermerà su una piattaforma rocciosa a -35 metri e inizia la zona dove appaiono i primi ventagli della foresta di Dino.

Le Gorgonie rosse o Paramuricee (Paramuricea clavata) sono colonie di Gorgonacei molto ramificate e di colore rosso-carminio che si evidenzia solo sotto la luce delle lampade.

La particolarità delle Paramuricee di Dino consiste nella varietà bicolore dei rami con parti colorate in giallo cromo sui rami rossi e con tante variazioni cromatiche.

Alcune colonie, alte oltre un metro, sono completamente gialle e avvicinandosi ai rami si vedono i piccoli polipi aperti con gli otto tentacoli pinnati, caratteristici della sottoclasse Ottocoralli. La “foresta” si infittisce sul ciglio del pianoro e continua nella ricaduta successiva che termina nella sabbia a 45 metri di fondo.

Sui rami sono adagiati flessuosi e colorati Crinoidi detti gigli di mare (Antedom mediterranea), molluschi bivalvi, uova di gattopardo, innocuo squaletto dei nostri mari, saraghi fasciati, musdee, cerniotte, centinaia di guarracini di fondale (Anthias anthias) e non è raro vedere sfrecciare schiere di ricciole in caccia.

Esemplari analoghi si trovano nei fondali dell’isola di Medas in Spagna, di Tavolara in Sardegna e Portofino. Sono però esemplari isolati. La particolarità della “Foresta di Dino” consiste nell’insolita colorazione che passa dal colore rosso a quello giallo cromo, con tutta la serie di sfumature intermedie evidenziate sulla matrice rossa centrale.

E’ un’immersione impegnativa anche perché lo spettacolo è talmente stupefacente che non si vorrebbe più risalire! Obbligatoria una barca appoggio con bandiera-sub e con qualche bombola di emergenza per una decompressione più sicura. Non dimenticare che nei periodi estivi e non solo questa è una zona ad alto transito di mezzi nautici.

Occorrono bombole ben cariche, Jaket, doppio erogatore, un Computer, il pedagno di scorta, lampade e magari un’apparecchiatura video-fotografica per immortalare il sito che non ha eguali nel Mediterraneo ed è simile a quelle di Scilla in Calabria.”

Testo e foto di Enrico e Rosaria Gargiulo

Alleghiamo il disegno con i riferimenti per localizzare la foresta delle bellissime paramuricee scoperta da Enrico e Rosaria Gargiulo presso l’isola Dino.

FONTE:

 

Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino

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