Sulla soglia delle tombe

Le civiltà vengono tirate su e buttate giù
come i birilli su una pista da bowling.

Le civiltà finiscono nei carri della spazzatura
e vengono trascinate via come le bucce
di patata o gli avanzi di cibo.

Le civiltà, le opere degli artisti,
degli inventori, dei sognatori di lavoro o d’ingegno,
finiscono nella discarica, l’una dopo l’altra.

Non dite nulla; perché sulla soglia delle tombe
il silenzio è un dono, non dite nulla; perché di fronte
agli epitaffi scritti nel vento, di fronte ai canti di cigno
sospesi nell’aria, il silenzio è un dono; non dite nulla;
dimenticate.

Se un qualche sciocco, chiacchierone, fanfarone, si alza e
dice:
Fondiamo una civiltà in cui le opere sacre e belle possano
durare –

Se un qualche chiassoso idiota si alza e si fa
sentire – buttatelo fuori – mandatelo via – rinchiudetelo
a Leavenworth – ammanettatelo nelle gattabuie di Atlanta
– fatelo mangiare nei piatti di latta a Sing Sing –
dategli l’ergastolo a San Quintino.

È la legge; mentre una civiltà muore e finisce
a mangiare la cenere insieme alle altre civiltà estinte
– è la legge, che tutti i pazzi, luridi sognatori muoiano per
primi –
imbavagliateli, rinchiudeteli, fateli fuori.

E poiché sulla soglia delle tombe il silenzio è un dono,
non dite nulla, sì, non dite nulla – dimenticate.

Di  Carl Sandburg

Foto: Raffaello, “Scuola di Atene”, Stanza della Segnatura

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