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Ad un fanciullo piaceva molto mangiare il pollo e aveva gran paura dei lupi.
Una sera, mentre dormiva nel suo letto, fece un sogno: egli era solo nella foresta e cercava funghi. Ad un tratto un lupo balzò da una macchia e si gettò su di lui. Spaventato, il fanciullo si mise a gridare:
— Ahi! Ahi! Mi vuoi mangiare!
Il lupo gli disse:
— Non gridare: non ti mangerò, voglio soltanto discorrere.
E il lupo si mise a parlare come se fosse un uomo.
— Tu hai paura che io ti mangi. Ma tu? Non ti piacciono forse i polli?
— Sì!
— Eppure li mangi, perché? Essi sono vivi come te, i piccoli polli. Va a vedere la mattina, come li pigliano, come il cuoco li porta in cucina e taglia loro il collo, e ascolta la loro madre gridare perché le hanno tolto i suoi piccini. Non hai mai osservato tutto questo?
— No — rispose il fanciullo.
— No, davvero? Ebbene, guarda meglio! Del resto, per ora, sono io che ti mangerò. A modo tuo tu non sei altro che un piccolo pollo ed io ti mangerò.
Il lupo si gettò sul fanciullo, che gridò spaventato:
— Ahi! Ahi! Ahi!
E si svegliò.
Da quel giorno smise di mangiar carne, fosse di bue, di montone o di pollo.
Da I QUATTRO LIBRI DI LETTURA, di Leone Tolstoj – Liguori Editore
FOTO: Rete