CRETA: LE CITTA’-PALAZZO

Ricostruzione del Palazzo di Cnosso

Alle origini della civiltà ellenica

A partire dal III millennio a.C. nelle isole e nelle coste del Mediterraneo orientale, non lontano dai territori della Mezzaluna fertile e dell’Asia Minore, si verificò una straordinaria fioritura culturale.

Una delle principali aree di sviluppo dell’Egeo è rappresentata dalle Isole Cicladi. Nella prima Età del bronzo (2700-2000 a.C. circa), le popolazioni cicladiche costruirono numerose cittadelle fortificate. Grazie alla fortunata posizione geografica, svolsero un ruolo chiave di mediazione culturale tra le regioni dell’Egeo, dunque tra i territori dell’Anatolia e dell’Asia Minore e l’Europa.

Creta e le Cicladi

La fioritura della civiltà cicladica fu favorita anche dalla disponibilità, nelle isole dell’arcipelago, di materie prime come il marmo, l’ossidiana e il rame.

Nei primi secoli del II millennio si definì la potenza economica e commerciale di Creta, favorita dai commerci tra Occidente, Asia Minore e Egitto.

La produzione di manufatti nell’isola fu fiorente, come testimoniano i numerosi reperti di cultura materiale e gli oggetti di culto. L’organizzazione sociale è di tipo aperto: questo fattore favorisce fino a tutto il Minoico medio la pace, come attesta l’assenza di fortificazioni nei Palazzi.

Dalla metà del XV sec. a.C., la stessa civiltà cretese venne progressivamente assorbita dall’espansionismo degli Achei, provenienti dalla Grecia continentale, fino al completo assoggettamento intorno al 1100 a. C. 

In questo processo di fusione culturale sono fissate le radici di quell’unità artistica che caratterizzerà, nei secoli successivi, l’intera area egea. La permanenza dei caratteri originari della civiltà cretese attraverso l’esperienza acheo-micenea, sarà premessa fondamentale per la stessa civiltà greca.

Gioco con il toro – XVI sec. a.C. Affresco parietale del palazzo di Cnosso

CRETA: LE CITTA’-PALAZZO

Sotto il profilo architettonico, le testimonianze più complete della civiltà cretese nel periodo tra il 1700 e il 1450 a.C. sono i palazzi. Questi si configurano come centri polifunzionali, adibiti a residenza del sovrano e a sede del potere politico e amministrativo, ma anche come veri centri vitali, commerciali e produttivi di riferimento per l’intero territorio.

L’esempio più importante è rappresentato dai Palazzo di Cnosso, che fu probabilmente assunto come modello tipologico per quelli di Festo, Mallia e Zakro. Essi sono tutti privi di mura di recinzione e presentano un grande cortile centrale, orientato da nord a sud, probabilmente per ragioni rituali.

Il Palazzo di Cnosso sorge su un’altura e si adatta al paesaggio attraverso una complessa disposizione a terrazze degli ambienti e degli spazi aperti, distribuiti su più livelli e collegati tra loro da numerose rampe di scale.

Principe dei Gigli, 1550-1450 a.C. Affresco del Palazzo di Cnosso, Hiraklion, Museo Archeologico

Il palazzo ospitava le funzioni pubbliche per una popolazione di circa 80 000 persone.

Accanto agli ambienti riservati alla residenza reale, ai servizi di corte e alle attività di governo, vi erano spazi destinati alla celebrazione di riti religiosi, agli spettacoli ed ai giochi ginnici. Altri ambienti erano deputati allo svolgimento di attività produttive e commerciali, come i magazzini e i laboratori artigiani per la lavorazione della ceramica, dei metalli, per l’oreficeria e la filatura della lana.

Cnosso, Sala del Trono

Il palazzo occupava un’ampia superficie: era largo 6 km ed era composto da circa 1300 ambienti.

Per ottenere una buona illuminazione delle sale, il palazzo era arricchito da innumerevoli aperture, lucernari, logge e porticati sorretti da colonne di legno e dipinti a colori vivaci, quali il rosso nelle zone esterne e il blu nelle stanze. Ne deriva un’organizzazione articolata: non monumentale, ma piuttosto caratterizzata da una sorta di variazione percettiva dei valori architettonici e ambientali, grazie all’alternarsi dei pieni e dei vuoti, delle luci e delle ombre.

FONTE: “Storia dell’arte”, vol. I, AAVV – Atlas

Foto: RETE

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