
Questa storia, presa dalla “Guida alla Calabria misteriosa” di G. Palange, viene da Cirò
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Chi ha da invocare la soluzione d’un qualsiasi problema, va di notte alla chiesa della Madonna delle Grazie, che è fuori l’abitato, bussa forte al portone della stessa per richiamare l’attenzione della Vergine e le grida:
«Maria, Maria
Bona nova portu a tia:
tuo figlio è resuscitatu
io vogliu èssari pagatu»”;
quindi esprime, sempre gridando, la sua specifica richiesta, fa nuovamente un gran casino bussando con mani, piedi, pietre, bastoni, etc., e, infine, tende l’orecchio per cogliere voci o rumori provenienti dall’interno della chiesa e da cui possa dedurre che Maria ha sentito tutto e, riconoscente perché le è stata portata la bella notizia che il figlio è resuscitato, si sdebita facendogli la grazia richiesta.
Se all’interno del tempio tutto continua a tacere, il postulante ripete la formula, la richiesta e il casino, finché delle due una: o la Vergine, per non farsi più rompere l’anima da altri rumori molesti, si decide a dare un segno della propria disponibilità, o il postulante si fa persuaso che, per quella volta, la notizia della resurrezione del Figlio entra da un orecchio della Madonna per uscirle dall’altro, e rinunzia, magari col proposito d’andarsi a cercare qualche altro santo in paradiso.
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FONTE: GUIDA ALLA CALABRIA MISTERIOSA, di G. Palange – Rubbettino
FOTO: Rete