Hiroshima e Nagasaki furono necessarie?

 

Hiroshima e Nagasaki dolorose ma necessarie. E’ questa l’opinione diffusa fra chi ha studiacchiato la storia. Si dice che l’impiego della bomba atomica abbia alla fine fatto risparmiare vite umane non solo agli americani e ai loro alleati, ma anche agli stessi giapponesi.

Questa tesi ricalca in sostanza quella di Churchill secondo il quale l’uso delle bombe atomiche e i conseguenti 200 mila morti fu giustificato dall’esigenza di risparmiare almeno un milione di vite umane fra le truppe angloamericane e molte vite umane fra gli stessi giapponesi. Scrisse infatti Churchill nelle sue memorie: “Il popolo giapponese poteva trovare nell’apparizione di quest’arma quasi soprannaturale una scusa tale da salvare il proprio onore e liberarlo dall’obbligo di farsi uccidere fino all’ultimo uomo”.

Quindi la bomba atomica avrebbe reso un utile servizio sia agli angloamericani sia ai giapponesi, risparmiando (paradossalmente) vite umane fra i giapponesi e abbreviando le sofferenze per tutti.

Quelle di Hiroshima e Nagasaki furono quindi “bombe umanitarie”?

No. Lo storico B.Liddell Hart, nella sua “Storia del mondo moderno – la Seconda Guerra mondiale” (Garzanti), documenta che il Giappone era sul punto di arrendersi. Le bombe atomiche furono dunque lanciate non perche’ la guerra rischiava di prolungarsi troppo a lungo ma per due considerazioni prioritarie:

1) la bomba atomica voleva essere la dimostrazione all’URSS del possesso di un’arma che sanciva la superiorita’ militare americana;

2) gli Stati Uniti volevano far presto in modo che i russi non potessero accampare meriti per la sconfitta del Giappone.

Quest’ultimo punto e’ poco conosciuto e merita un approfondimento.

E’ interessante raccontare un retroscena “segreto” – come documenta il testo di Liddel Hart – e cioe’ che gli americani erano venuti a conoscenza del desiderio del Giappone di porre fine alla guerra e di arrendersi.

Perche’ allora lanciare bombe atomiche su una nazione che stava per arrendersi?

Il Giappone aveva infatti deciso di mandare a Mosca il principe Konoye per i negoziati di pace. Gli americani tramite i servizi segreti intercettarono e lessero (con il codice “magic”) i messaggi del ministro degli esteri giapponese all’ambasciatore giapponese a Mosca. “Ma il presidente Truman, – scrive lo storico B.Liddell Hart – e la maggior parte dei suoi consiglieri erano tanto desiderosi di accelerare il crollo del Giappone, quanto lo era Stalin di entrare in guerra contro il Giappone prima che essa finisse, per assicurarsi una posizione vantaggiosa nell’Estremo Oriente”. Per sbarrare la strada a Stalin ed essere primi e unici vincitori sul Giappone, Truman diede ordine di lanciare le bombe atomiche. Quindi quelle vittime giapponesi innocenti furono liquefatte non da “bombe umanitarie” ma da una cinica corsa che vide Usa e Urss fare a gara a vincere sull’ormai fragilissimo Giappone.

Alla luce di cio’, le argomentazioni di Churchill appaiono “vere” quanto le parole del presidente americano Truman il quale dichiaro’ al mondo che le due bombe atomiche avevano colpito obiettivi militari. Falso: colpirono solo due cittadine inermi e prive di installazioni belliche.

Su una cosa invece Churchill fu invece estremamente sincero e cioe’ quando disse: “In tempo di guerra la verita’ e’ cosi’ preziosa che dovrebbe essere protetta costantemente da un velo di bugie”. Parole verissime.

Come insegnante sento il dovere di invitare a ripudiare la profonda immoralita’ del fuoco che sciolse donne, bambini e uomini innocenti, e di dire ai giovani: mai piu’ l’olocausto nucleare.

Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink

 

Foto: Rete

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