I sogni sono in grado di informarci sullo stato e sulla direzione della nostra energia. Ogni sogno è un messaggio utile, che ci fornisce un insight (intuizione) sul significato particolare di una determinata situazione della vita. Questi messaggi continuano a pervenirci una notte dopo l’altra; nel corso della vita diventano numerosissimi, più di un centinaio di migliaia.
Se ci applichiamo allo studio dei sogni per un periodo di tempo, cominciamo a renderci conto dei legami significativi che intercorrono tra di essi. Sembra esserci una forza superiore che guida ciascuno di noi verso l’unicità del suo destino.
Dottoressa von Franz, nel corso del suo lavoro di analisi dei sogni, ha riscontrato un modello di fondo nella vita onirica del singolo individuo?
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Le persone in analisi spesso si scoraggiano: «Sogno ancora mio padre che mi sgrida. È un sogno che ricorre da quando sono in analisi. Non ho compiuto alcun progresso». Allora intervengo: «Aspetti un attimo, se lo analizziamo a fondo, se riprendiamo tutti i sogni che riguardano suo padre, si renderà conto che vi è un lieve cambiamento».
Il cambiamento è lento e graduale. È come se qualche cosa nel profondo della persona ‘cuocesse’ il tema e inviasse di tanto in tanto dei messaggi aita superficie.
Una figura paterna negativa, per esempio, diventa piano piano più accettabile. Oppure una situazione pericolosa presente nei primi sogni si ripresenta nei sogni successiva, ma con una soluzione. E come se la natura rimuginasse i problemi, li sviluppasse lentamente.
Nell’interpretare i sogni, diveniamo consapevoli di questo lento sviluppo. La nostra attenzione cosciente può accelerare il processo di maturazione, cooperando con la natura nell’elaborazione dei problemi.
L’analisi non è nient’altro che la concentrazione dell’attenzione cosciente su questo processo naturale di maturazione al fine di accelerarne il. corso. È come aggiungere legna al fuoco, in modo da rendere più veloce il processo.
Sembra che la nostra vita cosciente si sviluppi per stadi ben definiti: l’infanzia, l’adolescenza e così via. Anche i sogni presentano uno sviluppo analogo?
Vi sono differenze essenziali fra i sogni di una persona molto giovane, quelli di un anziano e quelli di una persona di mezza età, che si trova in un periodo di transizione. In generale, i
sogni delle persone giovani tendono a contribuire al loro adattamento alla vita. Il movimento onirico va nella direzione dell’adattamento esterno, della realizzazione della vita sentimentale, dell’ambizione personale e così via. Fra i trentacinque e i quarant’anni i sogni si spostano verso l’adattamento alla vita interiore, verso la ricerca del senso della vita. Oggi, tuttavia, la vita interiore rappresenta una questione urgente anche per molti giovani. Siamo tanto oppressi dalla mentalità massificata della nostra cultura, che deriva dal problema della sovrappopolazione, che molti di noi si sentono superflui: «Se fossi sepolto in un cimitero non cambierebbe nulla. Ci sarebbe una bocca in meno da sfamare, e questa sarebbe una benedizione. L’umanità continuerebbe semplicemente a pullulare su questo pianeta».
La mentalità massificata che domina la nostra cultura ci schiaccia e ci fa sentire superflui e privi di importanza. Nella vita professionale, possiamo in ogni momento essere sostituiti da venti altre persone che ambiscono alla stessa posizione. Ciò ha un effetto molto distruttivo sull’uomo moderno, che in genere si rifugia in una di due soluzioni: quella della compensazione, che lo portali diventare megalomane, a voler essere il massimo in questo mondo senza scelta e, così facendo, a conquistare almeno qualche cosa; o quella della depressione strisciante, che lo fa sentire completamente oppresso e superfluo. Questo genere di depressione colpisce oggi molti giovani. Magari in un modo non evidente, essi si sentono profondamente depressi e scoraggiati; non credono più a un’esistenza che per loro non ha alcun senso.
Ora, i sogni mettono sempre in evidenza il significato unico e individuale dell’unicità della vita di ciascun individuo. Questa è forse la caratteristica più importante della vita onirica. È come inoltrarsi nella foresta e osservare i suoi duemila alberi. A prima vista sono semplicemente alberi, ma se ci fermiamo a guardarli attentamente da vicino, scopriamo che ciascuno di essi è dotato di una sua personalità che è unica. Non ci sono due alberi uguali. Ogni albero è una personalità. La natura concretizza i suoi modelli in esseri unici e individuati. Ecco perché il pensiero statistico è tanto distruttivo e pericoloso. Possiamo affermare che il peso medio di ogni pietra presente in un certo cumulo è di un chilo, ma se osserviamo ciascuna pietra individualmente, non ne troveremo nessuna che pesi esattamente un chilo. Una peserà due chili, un’altra mezzo chilo e così via.
Occorre imparare a vedere e a rispettare l’unicità reale delle cose. La realtà è formata da un numero enorme di esseri unici e i sogni ci insegnano a scoprire il modello unico della nostra esistenza. Nella pratica psicologica moderna, troviamo che la gente si lamenta sempre di più: «La mia vita non ha senso. A che pro? Perché sono qui? Che senso ha? Potrei benissimo non esistere». In questi casi, il sogno è molto utile per scoprire che cosa l’inconscio vuole da una specifica persona, che cosa vuole che quella determinata persona diventi.
E spesso il risultato è molto sorprendente. Quando mi si presentano nuovi pazienti, qualche volta cerco di indovinare il destino o il compito della loro vita. Mi chiedo che cosa ne sarà di loro. Si tratta di un problema creativo? Questa ragazza, così infelicemente innamorata, avrà alla fine il suo benamato? Non indovino mai. Il risultato è sempre una sorpresa. E alla fine devo concludere: «Ecco, questa è l’unica soluzione possibile per questa persona. Non vi è una soluzione collettiva».
Per questa ragione la pubblicazione dei, casi risulta talvolta dannosa. La gente tende a pensare: «Ecco la soluzione per la mia depressione, per il mio matrimonio infelice». Ma non è così. Quella soluzione riguarda quella persona in particolare; ciascun altro caso è una storia diversa. Tutte le soluzioni sono uniche. Ecco perché la pubblicazione dei casi può risultare pericolosa. Le persone tendono a identificarsi e a riconoscersi nelle varie soluzioni, ma non sono le loro, sono quelle di altri. Ciò rende il lavoro sui sogni sempre molto interessante. Non è mai ripetitivo. Non si può mai essere certi delle proprie previsioni. La natura fornisce sempre una risposta creativa.
Dottoressa von Franz, lei crede nella predestinazione? I sogni, indicano che l’esistenza è predeterminata?
Molte vite umane portano in sé modelli preesistenti. Si nasce uomo, o donna, bianco, o nero, in un certo luogo e non altrove, da una certa famiglia e non da un’altra. C’è un modello precostituito, ma c’è anche un margine, una certa libertà. In caso contrario, potremmo mettere la terapia da parte e concludere che ognuno realizza il proprio modello di vita e che nulla si può fare al riguardo. Leggendo il modello, rendendolo cosciente, interpretando i sogni, non sfuggiamo nostro destino, semplicemente possiamo imprimergli un senso positivo. C’è una differenza fra l’acconsentire al proprio destino e realizzarlo positivamente o il negarlo e subirlo contro la volontà. Possiamo allora concludere che, benché una certa predestinazione esista essa non è assoluta. Non ha nulla a che fare con l’idea fatalista di un Allah che decide ogni cosa e quindi ogni cosa va nel senso da lui deciso. Possiamo cambiare le cose, e questo dà senso alla terapia. Possiamo cambiare le cose grazie alla comprensione del modello della nostra esistenza e quindi evitandone alcune delle conseguenze negative. Possiamo imprimere al destino una svolta relativamente più positiva.
[…] Di che cosa parlano i sogni quando la morte è alle porte, che cosa dicono, per esempio, a un malato terminale?
Ho appena iniziato uno studio sugli ultimi sogni di persone che poi sono entrate in coma. I sogni di una persona che sta per morire non riguardano la morte; generalmente alludono a un viaggio. La persona morente sogna che deve prepararsi per un viaggio; oppure che deve attraversare una galleria oscura per rinascere in un altro mondo; o ancora che deve passare attraverso un’oscurità sgradevole, una nuvola buia per arrivare in un altro spazio; o che sta per incontrare finalmente il compagno amato. Questo incontro simbolizza il noto motivo della morte come matrimonio, matrimonio con la propria altra metà interiore. La persona che si identifica fortemente con il proprio corpo e tende a pensare che con la fine del corpo finisca tutto, ha invece sogni che cercano di separarla dal corpo. Ricordo il sogno di un ufficiale di cavalleria: poco prima di morire sognò un soldato che gli diceva: «Signore, guardi che cosa le faccio vedere» e gli mostrava il corpo in decomposizione del suo cavallo. Jung interpretò il sogno nel modo seguente: «L’animale a sangue caldo che c’è in te sta per morire. Questo gli succederà, ma l’animale non sei tu. È solo il corpo dell’animale a sangue caldo che sta per decomporsi, non tu». Jung diede questa interpretazione perché, nel sogno, la coscienza del sognatore era ancora presente. Il sognatore era infatti in grado di guardare il cadavere.
I sogni dei morenti sono molto diversi fra loro, ma in generale tutti contengono i motivi archetipici che l’etnologia comparata ha scoperto nello studio dei rituali funebri e delle credenze sulla vita dopo la morte nelle diverse popolazioni umane. Sono i motivi della rinascita, del lungo viaggio in un altro luogo, della trasformazione, della parziale distruzione cui qualche cosa sopravvive.
Oggi, durante il pranzo, mi ha raccontato il sogno di una donna morente.
Sì. Era una donna molto semplice. Una mattina, dopo la colazione, disse all’infermiera: «Ho avuto uno strano sogno questa notte. Ho sognato che sul davanzale interno della finestra c’era una candela. Bruciava lentamente e poi cominciava a tremolare. Presa dal panico pensavo: ‘Dio mio, il grande buio sta per arrivare, sta per arrivare’. Poi, all’improvviso, avveniva un cambiamento: la candela era fuori dalla finestra, sulla parte esterna del davanzale, era grande e bruciava tranquillamente. Non è uno strano sogno, questo?» Quattro ore dopo, la donna morì.
II sogno sembrava dirle: «Sì, la candela della tua vita sta tremolando, sta per spegnersi; ma la vita continuerà da un’altra parte, in un’altra sfera. Oltre la soglia isolante della finestra, questa stessa vita continuerà». La donna sembrò sentirsi molto confortata dal sogno, anche se non lo aveva capito. È un tipico sogno di una persona che sta per morire.
Mi ricordo di un altro sogno., pubblicato da un medico. Un uomo sognò di vedere un abisso in fondo al quale c’era un albero che cresceva e che perdeva lentamente le radici. All’improvviso ci fu un terremoto e l’albero cominciò a cadere. Il sognatore pensò: «Questa è la fine». A quel punto l’albero prese a sollevarsi a mezz’aria e continuò a vivere benché le radici non fossero piantate nella terra. Rimase lì sospeso a mezz’aria, come se l’inconscio dicesse: «L’albero della tua vita sta perdendo il contatto con la realtà terrena, ma non sta morendo. Il corso della vita sta continuando in un altro elemento».
Questo è il senso della maggior parte dei sogni delle persone morenti ed è anche la ragione per cui vale la pena di continuare l’analisi con loro. Molti indirizzi psicologici non si curano degli anziani o dei morenti perché ritengono che non abbiano più bisogno di adattarsi alla vita. Dopo tutto, i problemi sessuali non esistono più quando si è sul letto di morte. Vediamo invece che la voce della natura, o la voce dell’istinto, che si manifesta nei sogni, aiuta le persone a morire in pace. Le conforta. Molte persone cui ho raccontato sogni di persone morenti hanno obiettato che si tratta di desideri, che i sogni sono appagamenti di desideri, ma io non ci credo. Come appare evidente dal sogno del cavallo in decomposizione, la natura afferma senza falsi sentimentalismi che la fine è vicina. Nel sogno della donna, la candela tremolante si sposta effettivamente fuori dalla finestra. Il sogno indica contemporaneamente che qualche cosa sta per finire e che qualche cosa continua in un elemento diverso. È molto difficile immaginare che cosa stia succedendo e in che modo. Possiamo solo prenderlo come viene.
Esistono sogni che annunciano la morte, che dicono alla persona che sta davvero per morire?
Direi che fino a quando una persona non muore effettivamente, è difficile interpretare con sicurezza un sogno in questo senso. Una volta fui consultata da una donna ammalata di cancro, con metastasi in tutto il corpo. Aveva avuto uno spaventoso sogno di morte: il suo orologio si era fermato; lei l’aveva portato dall’orologiaio ma questi le aveva detto che non poteva essere più riparato. Aveva anche sognato che il suo albero preferito era caduto in giardino. Non ci fu neppure bisogno che interpretassi questi sogni, perché mi disse con tristezza: «Parlano chiaramente dell’esito della mia malattia». Come al solito il medico le aveva detto: «Starà meglio, andrà tutto a posto». Lei però era sicura di morire e questo colpo terribile l’aveva indotta ad affrontare i suoi problemi. C’era un problema che si era rifiutata di affrontare e io posso solo dire che, dopo quindici anni, questa donna è ancora viva. Le ci erano voluti dei sogni di morte per provocare uno shock alla sua mente. Avrebbe potuto morire o non morire. Grazie allo shock, scelse di vivere.
Quell’esperienza mi porta a concludere che i sogni di morte possono semplicemente indicare che una persona deve affrontare il problema della morte. Non indicano necessariamente che la persona morirà, bensì che deve confrontarsi senza mezzi termini con la possibilità che la sua vita possa presto concludersi. Possono dare al sognatore una botta salutare, tale da indurlo a continuare a vivere, così come possono effettivamente indicare che quella vita è al termine. Non oserei mai scegliere tra i due possibili significati prima che sia davvero giunta la fine.
Vi sono tuttavia sogni circondati da un alone misterioso che induce a prevedere una fine imminente. Si tratta comunque di una sensazione parapsicologica, medianica. Da un punto di vista scientifico non sarei in grado di fornire una ragione valida per cui un sogno significa veramente morte e un altro soltanto il problema della morte. Mi succede talvolta di provare un brivido raccapricciante quando le persone mi raccontano certi sogni di morte, come se il mio sistema nervoso simpatico mi avvertisse: «Stai attenta, questo sogno annuncia una vera morte».
Il lavoro sui sogni l’ha portata a credere nell’esistenza di una vita dopo la morte?
No, non direi che ci credo: mi sembra un po’ troppo. Direi piuttosto che i sogni sembrano indicare l’esistenza di una vita dopo la. morte. Sono convinta che i sogni non imbroglino, e poiché non rappresentano affatto l’appagamento dei desideri, deve esserci un aspetto della vita o della psiche che continua. La domanda alla quale non oserei dare una risposta categorica è: «La vita continua in modo impersonale oppure l’identità individuale viene mantenuta?» I sogni forniscono prove molto contraddirtene a questo riguardo. Se torniamo, per esempio, al sogno dell’albero, possiamo concludere che il processo vitale del sognatore continua, ma il suo Io finisce. Quell’uomo, in quanto tale, cessa di esistere. D’altro canto, ci sono altri sogni che sottolineano la continuità dell’identità cosciente. Quindi, per me, la questione rimane aperta.
[…] Se i sogni sono messaggi inviati per informare la nostra coscienza, come mai sono così oscuri?
Anch’io mi sono posta questa domanda. Mi sono spesso chiesta, risentita: «Ma perché questo dannato inconscio parla un linguaggio così difficile? Perché non dice in modo chiaro che cosa sta succedendo?» Ora, la risposta di Jung era che, ovviamente, non può farlo. L’inconscio non usa il linguaggio della mente razionale.
I sogni sono la voce della nostra natura istintiva e animale; in ultima analisi, la voce della sostanza cosmica che c’è in noi. So che si tratta di un’ipotesi molto azzardata, ma oso proporre che l’inconscio collettivo e la materia atomica organica rappresentino due aspetti della medesima cosa. I sogni, in definitiva, sono la voce della materia cosmica. Quindi, proprio come non ci è dato di comprendere il comportamento degli atomi (basti pensare al linguaggio astruso che i fisici moderni devono utilizzare per descrivere il comportamento degli elettroni), dobbiamo servirci dello stesso genere di linguaggio per descrivere gli strati più profondi del mondo onirico.
Il sogno ci conduce attraverso i misteri della natura estranei alla mente razionale. Possiamo paragonarlo alla fisica atomica, le cui formule più complicate non sono sufficienti a descrivere tutto quanto avviene. Non so proprio perché la natura abbia costruito la mente razionale in modo da impedirle di comprendere tutta la natura. Nasciamo con un cervello che, apparentemente, sembra in gradò dì capire soltanto determinate cose. Può darsi che, in futuro, vi saranno mutazioni su un altro pianeta, dove la natura inventerà un cervello in grado di capire ciò che ora non comprendiamo.
MARIE-LOUISE VON FRANZ intervistata da FRASER BOA
Da “Il mondo dei sogni” – Edizioni Red
Foto: Rete