È la più importante tra le vecce italiane ed è diffusa ovunque con la sottospecie sativa, che ha fusti esili, strette foglioline a paia e fiori lunghi fino a 1,60 cm; la sottospecie macrocarpa è abbastanza simile, ma ha fusti più robusti e alti, foglioline più larghe e più oblunghe e fiori lunghi fino a 3 cm. È questa seconda sottospecie che fu coltivata per prima in Europa, dove i semi, nel secolo XVIII, erano comunemente usati come mangime per i piccioni.
Vicia sativa può essere facilmente distinta dalle altre vecce, avendo di solito un paio di fiori e due stipole macchiate di nero alla base di ciascuna foglia.
Una varietà di Vicia sativa, che cresce nell’Africa del Nord e nell’Europa meridionale, produce due tipi di fiori: quello normale a petali purpurei e altri che non si aprono mai e devono autoimpollinarsi. Questi ultimi crescono sui fusti che vengono interrati, dove i fiori producono legumi arrotondati, biancastri, ciascuno contenente uno o due semi. Se la normale produzione di semi non dovesse bastare, questo fatto assicurerebbe una buona possibilità di sopravvivenza.
Il nome Vicia deriva dal verbo latino vincire, “legare”, e infatti tutte le vecce sono provviste di cirri con i quali si “legano” alle piante vicine.
La foglia ha da quattro a otto paia di foglioline e un viticcio ramificato.
I fusti di questa pianta si adagiano sul terreno o si arrampicano per mezzo di viticci sulle foglie.
Fiori dai peduncoli motto corti crescono doppi o solitari all’ascella delle foglie. I denti alla fine del tubo dei sepali sono lunghi quasi quanto la porzione saldata.
I legumi sono glabri o poco pelosi, con un lungo becco e quattro-dodici semi.
Altezza: 15-120 cm. Fiorisce da marzo a settembre.
Da “GUIDA AI FIORI SPONTANEI IN ITALIA” – Selezione dal R.Digest
Foto: -https://www.actaplantarum.org/