ANTICO EGITTO. Gli dei e il sesso

Horus e Seth mentre intrecciano il loto e il papiro, emblemi dell’Alto e del Basso Egitto

Gli dèi sono evidentemente sessuati, maschi o femmine. L’ambivalenza è poco frequente. Nella misura in cui ha generato tutti gli esseri il demiurgo è considerato androgino per natura. Ma tale androginia non sembra influire sul suo aspetto fondamentale che resta maschile sia nei suoi rapporti con gli altri dèi sia nelle sue diverse manifestazioni.

Le abitudini sessuali degli dèi sono largamente influenzate dal fatto che costituiscono una grande famiglia in cui sono tutti più o meno legati da vincoli di stretta parentela. L’endogamia costituisce la regola. Inoltre gli dèi anche se in numero elevato sono sorti tutti da uno solo: il demiurgo, «l’uno che è diventato multiplo». Nella sua solitudine questi non poté che ricorrere alla masturbazione per procreare la prima coppia divina.

Questa coppia di fratello e sorella non aveva altra risorsa che unirsi per procreare a sua volta. Tale situazione rende il matrimonio fra fratello e sorella quasi la regola e infatti esso non era avvertito come un incesto. L’allontanamento fisico imposto a Geb, la terra, e a Nut, il cielo, per i quali era ben difficile incontrarsi in condizioni normali, costrinse Geb all’autofellatio.

Gli dèi tendono a formare delle coppie, e ogni dio abitualmente ha una sola moglie. Di mano in mano che aumentano di numero le condizioni restrittive delle origini si attenuano, le situazioni si differenziano e si fanno strada le tentazioni e i casi di più mogli. Oltre alla moglie legittima Nefti, Seth ha altre due compagne, Anat e Astarte. È interessante notare come esse gli siano attribuite ufficialmente in risarcimento della parte di eredità di Osiride, che egli deteneva e dovette restituire a Horo. Questi oltre ad Hathor aveva sette concubine. Una simile situazione naturalmente poteva generare gelosie e scenate famigliari. Una delle concubine del dio si mostra particolarmente arrogante nei confronti di Hathor e, sicura del suo fascino, spera di mantenere il suo ascendente su Horo nonostante la furia della grande dea. La contesa fece tanto rumore che una terza persona, che non viene nominata, intervenne e consigliò al marito di rimettere ordine in casa sua.

Va sottolineato che mentre si tende ad accettare un certo grado di poligamia fra gli dèi, sono ignoti casi di poliandria. Inoltre il gruppo formato dalla moglie e le eventuali compagne secondarie circoscrive i rapporti legittimi e ogni altra relazione è interpretata come adulterio. La nozione di adulterio come quella d’incesto non ha sempre il carattere drammatico che ci aspetteremmo. Così i rapporti di Nefti con Osiride pur addolorando e amareggiando Iside non alterano, nei tempi lunghi, l’accordo fra le due sorelle. Dopo un periodo di freddezza entrambe, per intervento di Thoth e su richiesta dello stesso Osiride, si riconciliano.

Lo stupro non è ignoto ma in genere attribuito al cattivo soggetto della grande famiglia: Seth. L‘incesto commesso con violenza da Geb sulla persona di sua madre è considerato un atto grave ma non ne cogliamo con chiarezza le conseguenze morali in seno alla compagnia degli dèi: l’episodio non rappresenta altro che una brutale presa del potere reale da parte del dio. Sappiamo che anche Horo ha violato sua madre. In quest’ultimo caso d’altra parte Horo è solo un aspetto del dio itifallico Min alla cui unione con la madre, ben nota, è attribuito un valore creatore sostanziale perché da essa nacque il sole. Tali rapporti che oggi giudicheremmo contro natura sono dunque delle trasgressioni creatrici che servono a istituire alcuni degli elementi essenziali del mondo, cioè, nell’ordine dei casi rievocati: la legittimazione del potere reale, la nascita del sole e infine l’aggiustamento del calendario sul quale torneremo.

Horus e Seth, a sinistra, mentre incoronano Ramses II, in un rilievo nel Tempio minore di Abu Simbel.

Una chiave dei sogni in uso nel XIII secolo prima della nostra era considera di buon augurio sognare di accoppiarsi con la propria madre o sorella.6 Tale situazione generale spiega come Hathor possa scegliere di denudarsi dinanzi a suo padre al solo fine di rasserenarlo.

L’omosessualità, insieme alla passione per le donne, è un elemento caratterizzante del comportamento di Seth e viene citata con notevoli varianti in tutte le versioni della leggenda di Horo e Seth. Ma se il letto di Horo, ad esempio, è particolarmente ospitale questa inclinazione non si presenta a priori come un incitamento alle relazioni fisiche. Quando Seth propone a Horo di andarsi a stendere insieme a letto questi accetta perché la proposta non gli sembra nascondere niente di anormale. Del resto è chiaro che Seth in quel preciso caso ha invece dei pensieri reconditi che provocheranno a Horo una serie di disavventure. Nella versione più recente del mito Horo viene aggredito di sorpresa mentre quella più antica, purtroppo frammentaria descrive gli approcci di Seth che comincia a lodare la bellezza dell’arcata delle reni di Horo il quale a quel complimento si preoccupa. Questi confida alla madre Iside i suoi timori circa le intenzioni di Seth. La dea ha una reazione che oggi troveremmo sconcertante. Gli consiglia di declinare le offerte di Seth affermando che il suo corpo era troppo debole per resistere ai suoi assalti. L’atto infatti poteva avere conseguenze dolorose, come Horo imparerà a sue spese. Ma la dea consiglia al figlio, se Seth avesse insistito passando all’atto, di raccoglierne il seme fra le mani. Il testo si ferma qui ma la versione più tardiva ci permette di conoscerne il seguito. Horo riesce a fare quanto la madre gli aveva consigliato senza che Seth se ne renda conto e Iside tronca immediatamente le mani del figlio gettandole in acqua dove avranno avventure varie su cui torneremo. Sulla conclusione, le versioni sono divergenti. Secondo quelle più antiche Horo riesce a rendere la pariglia a Seth manifestando così la sua supremazia. Secondo la più recente Iside masturba il figlio per raccoglierne il seme in un recipiente. L’operazione non suscita nessun particolare commento né è considerata scandalosa.

Questo seme viene poi versato sulla lattuga che Seth consuma abitualmente, in modo che lo ingoi a sua insaputa. Seth convinto di avere dominato Horo sessualmente invoca questa circostanza dinanzi all’assemblea degli dèi per rivendicare l’intera eredità di Osiride, perché più forte. L’argomento è dichiarato valido dall’assemblea che tratta Osiride con disprezzo. Ma questi protesta e proclama che al contrario è lui ad avere dominato Seth. Per risolvere la questione Thoth ordina al seme di entrambi gli dèi di manifestarsi perché sia chiaro dove esso si trova. Quello di Seth risponde dal profondo dell’acqua dove è stata gettato mentre quello di Horo si rivela nel corpo di Seth con grande imbarazzo di questi. Esce dalla sua fronte nella forma di un disco d’oro che da allora farà da copricapo a Thoth in quanto dio della luna.

L’atto omosessuale si presenta dunque come affermazione della supremazia su un inferiore o un subordinato, come un ribadimento della potenza genesiaca di colui che lo infligge e una deminutio di colui che lo subisce. Taluni indizi ci fanno supporre che questo non fosse il solo significato. La sodomia praticata da un padre sul figlio ed erede poteva presentarsi come un atto benefico di iniziazione. Si tratta di una versione particolarmente cruda di quello che nei testi più tardi sarà l’unione nel cuore, cioè in spirito, fra padre e figlio che permette la rinascita o ricreazione del dio erede. Secondo le leggende di Kom Ombo, la rinascita di Osiride è prodotto dell’unione di due dei maschili, Geb e Shu. Il primo, dio della terra, ne era il padre naturale mentre il secondo, dio del vento, era suo nonno. Il processo di resurrezione è dunque garantito da una fecondazione della terra da parte dell’aria, il soffio vitale. Anche Khnum di Esna nacque dall’unione spirituale del dio solare Ra con Shu. In entrambi i casi, il dio messo al mondo è garante della rinascita della natura.

Nell’atto sessuale di solito è il maschio a prendere l’iniziativa come dimostra ancora una volta il dibattito fra Horo e Seth sulla supremazia sessuale. Le dee che «svolgono la parte del maschio» in genere sono divinità guerriere o aggressive. Si pensi ad Anat, concubina di Seth che agisce come un uomo o alla pericolosa Sekhmet. Il caso di Iside costretta a «fare l’uomo» è particolare e si spiega solo con un impedimento assoluto: Osiride morto non poteva infatti far valere le sue prerogative. Il loro matrimonio fu però di breve durata e la loro unione non potè nemmeno essere consumata dal dio ancora in vita. «Vieni verso di me, volto affascinante che è trapassato senza che possa vederlo» dice Iside, dopo la morte dello sposo facendo supporre che sia stato assassinato prima della notte di nozze.

 

DIMITRI MEEKS – CHRISTINE FAVARD MEEKS

Da “La vita quotidiana degli egizi e dei loro dei” – Fabbri Editore

Foto: wikipedia

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