
Enrico IV
Figlio di Giovanna d’AIbret, figlia del re di Navarra, e di Antonio Borbone, Enrico IV fu il capostipite della dinastia dei Borbone di Francia. Educato nella fede calvinista, fu dal 1569 capo degli ugonotti.
Nel 1572 ereditò dalla madre il regno di Navarra e sposò Margherita di Valois, sorella del re Carlo IX. Quell’anno riuscì a sfuggire alla strage della notte di san Bartolomeo ma dovette abiurare; fu di nuovo a capo del partito ugonotto dal 1576. Morto Carlo IX (1574), salì al trono Enrico III (1574-1589); il nuovo re non aveva figli, Enrico di Borbone ne diventava così l’erede. Questa situazione provocò violente reazioni in campo cattolico: Enrico di Guisa si accordò con papa Gregorio XIII e con Filippo II di Spagna per la creazione di una lega a difesa del cattolicesimo. Enrico III, invece, favoriva il re di Navarra. Ebbe così origine la cosiddetta guerra dei «tre Enrichi», culminata nel 1585, quando papa Sisto V scomunicò Enrico di Borbone per impedirne la successione al trono; l’anno dopo le sue terre furono invase da tre eserciti cattolici.
La morte di Enrico III, ucciso nel 1589, rese urgente il problema della successione. Enrico aveva contro di sé gran parte della stessa popolazione parigina che non voleva un ugonotto sul trono; riuscì però, con l’aiuto inglese, a sconfiggere i cattolici in varie battaglie. Il suo prestigio crebbe fino a conquistare l’opinione pubblica francese, che lentamente andava identificando il suo nome con l’idea di pace e di tolleranza religiosa.
Nel 1593 Enrico abiurò solennemente il protestantesimo a Saint-Denis, cosa che gli permise d’essere poi incoronato – secondo il tradizionale rito dell’unzione che poneva i sovrani francesi nella sfera del sacro – re dei Francesi a Chartres. Da qui il senso della celebre frase che gli è attribuita, «Parigi val bene una messa»; Enrico non avrebbe potuto essere incoronato secondo il rito tradizionale, che si svolgeva durante una messa, se non fosse tornato al cattolicesimo; nella capitale Enrico entrò da re il 22 marzo 1594.
L’anno seguente Clemente VIII gli concesse l’assoluzione da tutte le pene ecclesiastiche, contribuendo così alla pacificazione in Francia. In seguito il papa gli avrebbe concesso anche l’annullamento del primo matrimonio, da cui non erano nati figli; nel 1600 Enrico si risposò con Maria de’ Medici, dalla quale ebbe molti figli, tra cui il successore Luigi XIII.
Al momento dell’insediamento sul trono numerosi erano i problemi da affrontare: l’ostilità crescente della nobiltà e i conflitti sociali nelle campagne, lo scontento sia dei cattolici intransigenti sia degli ugonotti per la sua politica conciliativa, la Spagna che ancora occupava territori francesi.
Riconquistate le terre in mano agli Spagnoli, con la pace di Vervins (1589) Filippo II riconobbe Enrico IV, rinunciando a esercitare qualsiasi influenza sul territorio francese.
In materia religiosa Enrico IV si accordò con il papa, per cui anche i capi della lega si sottomisero alla sua autorità. Con l’editto di Nantes (13 aprile 1598) furono garantiti ai protestanti la libertà religiosa e i diritti civili, pur nel quadro di uno Stato cattolico.
Enrico si trovò ad affrontare i problemi di un Paese indebolito da decenni di guerre civili. Nel 1597 affidò il risanamento delle finanze al duca di Sully, un calvinista, il cui rigorismo fiscale provocò parecchia agitazione in tutti i settori della popolazione francese.
In politica estera cercò di restaurare la potenza francese e perseguì il progetto di una sorta di unione tra gli Stati europei contro l’egemonia della casa d’Asburgo. Nel 1601, con il trattato di Lione, ottenne dal duca di Savoia Carlo Emanuele I la Eresse, il Bugey, il Valmorey e il Gex, in cambio di Saluzzo. Nel 1610 stipulò un’alleanza con Carlo Emanuele I contro il re di Spagna Filippo III. Si accingeva a ottenere l’appoggio dei principi protestanti tedeschi contro l’impero quando, il 14 maggio 1610, fu assassinato dal fanatico cattolico Francois Ravaillac.
Da “La Storia 7” – La Bblioteca di Repubblica
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