Equinozio di primavera e il segno dell’Ariete

L’equinozio di primavera cade all’inizio del segno dell’Ariete, il primo mese dell’anno zodiacale: segno aurorale, simbolo di rinnovamento. Il sole supera all’equinozio la linea dell’equatore celeste migrando nell’emisfero settentrionale e inaugurando così la primavera.

Questo passaggio segnava in molti Paesi europei anche l’inizio dell’anno. D’altronde nella tradizione mitraica la nascita del mondo col sacrificio del Toro primordiale e il suo futuro rinnovarsi alla fine dei tempi cadeva proprio all’equinozio. In quella tradizione Mitra era assimilato al Sole divino di cui l’astro era l’epifania, la manifestazione visibile. Per questo motivo nei mitrei si vedono a destra e a sinistra di Mitra i cosiddetti dadofori, i portatori di fiaccola, chiamati Cautes e Cautopates, che alludono a Mitra come kosmokràtor, signore e animatore del cosmo. Cautes con la torcia levata in alto simboleggia il giorno e la primavera, ma anche la nascita del cosmo  e la sua «rinascita attuale» all’equinozio; Cautopates invece allude con la torcia abbassata alla notte e all’equinozio d’autunno con il quale comincia il semestre buio.

Si dice che il sole in Ariete è esaltato: infatti dopo il lungo, umido e freddo inverno, regno di Luna e Morte, comincia per il sole il periodo di maggiore vitalità. L’Ariete è segno di Marte felice: un segno di fuoco; di un fuoco nello stesso tempo creatore e distruttore, generoso e caotico, espressione di una vitalità primaria e incontenibile, tant’è vero che i suoi caratteri si riflettono in un tipo aggressivo, in una natura tumultuosa, bollente, in perenne agitazione.

Via via che si avanza nell’Ariete è un tripudio di colori. Comincia a fiorire la ginestra, si raccoglie la camomilla mentre nei giardini trionfano giunchiglie, peonie, astri, rododendri, genziane centauree, iris, nontiscordardimé e, nei terreni più alti, pulsatille e anemoni montani dal color violaceo.

 

ALFREDO CATTABIAMI

Da “Lunario” – Mondadori

Foto: Rete

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