I luoghi hanno nomi e custodiscono memorie, che danno sapore alla vita.
Provo a conservare qualcosa.
1 – Ulivaro abbascio
2 – Grutta a pagghja
L’Ulivaro abbascio un tempo era coltivato a grano, ceci ed ulivi. Il grano poi si trebbiava nell’aria ri Giusepe ri Sicilia. Le spighe venivano stese sullo spiazzo e una pietra vi veniva passata sopra facendola trascinare dai buoi. Quando le spighe erano state ben pestate, con l’aiuto di un forcone il prodotto veniva gettato in aria affinché il vento aiutasse a separare il grano da paglia e pula.
La mia famiglia era proprietaria di un bel campo all’Ulivaro abbascio. I miei genitori dicevano che qui le olive davano la resa migliore e veniva fuori l’olio più gustoso. C’era anche una pianta di pire virnili. Mia madre le conservava nella paglia. Quando le mangiavamo, in qualche festa raccomandata, erano dolcissime.
Mio padre era solito procurarsi dei pali nella macchia vicina. Li portava in prossimità del ciglio della collina e, uno alla volta, li buttava giù verso a Grutta a pagghja. Poi andava a raccoglierli, li legava a fasci e li portava con l’asino alla Mulina, per usarli come tutori per pomodori, fagioli o per la vite.
Sono affezionato a questo luogo. Ogni tanto ci torno. È un luogo dell’anima. Da qui, a dieci anni, per la prima volta ho visto il mare, ho sentito il fragore del treno mentre attraversava il ponte di ferro sul Lao e ho viaggiato col lento muoversi di una nave. Da qui ho preso coscienza che il mondo era più ampio dell’angusta valle di Orsomarso, e l’occhio poteva spingersi lontano, dove persino la fantasia aveva timore di avventurarsi.
A Grutta a pagghja ha dato riparo per secoli a tanti, uomini e bestie. Si trova all’imboccatura della Valle dell’Argentino, di fronte a Marunnedda.
Mi piace credere che ai tempi del Mercurion qui si sia fermato anche qualche pellegrino, che si recava a trovare i grandi asceti che abitavano nei monasteri della valle. Perché di qui doveva passare sia chi scendeva da Papasidero, sia chi risaliva, faticosamente, dopo essere sbarcato a Scalea.