TOLSTOJ – Il vecchio pioppo

 

Da cinque anni il nostro giardino era abbandonato; io assoldai degli operai. Essi giunsero con scuri e pale. Ci mettemmo a tagliare, a mondare tutto ciò che era secco o marcio, i rami morti degli alberi e dei cespugli.

Un pioppo ed un ciliegio s’erano molto sviluppati e soffocavano gli altri alberi. Il pioppo si propaga mediante le sue radici. È impossibile sbarazzarsene svellendo il pioppo: si devono tagliare le radici nella terra. Questo pioppo, un pioppo enorme, sorgeva sull’altra riva dello stagno. Per circondarlo occorrevano le braccia di due uomini. Attorno ad esso c’era un piccolo spazio aperto, tutto invaso da giovani piantine di pioppo.

Ordinai di abbatterle: volevo dar sollievo al vecchio albero. Mi dicevo: «Tutte quelle piantine partono da lui e assorbono i suoi succhi».

Mentre stavamo tagliando quei giovani pioppi, provavo pietà quando, mettendoci in quattro, li tiravamo in giù e non riuscivamo a strappare uno di essi dopo eli aver tagliato sotto di lui, a grandi colpi di scure, le sue radici piene di linfa. Il piccolo pioppo resisteva con tutte le sue forze e non voleva morire.

Io pensavo: «Bisogna che vivere gli sia ben necessario, se tiene tanto alla vita». Ma bisognava tagliare ed io tagliavo. Solo più tardi, troppo tardi, appresi che non c’era necessità di distruggerli.

Io credevo che i figli del vecchio pioppo gli togliessero tutta la linfa, mentre era vero il contrario. Nel momento in cui io li tagliavo il vecchio pioppo stava già morendo. Quando si coprì di fogliame, io mi accorsi (era un albero forcuto) che l’uno dei suoi rami maestri non aveva foglie, e l’estate seguente seccò.

Da lungo tempo stava morendo ed esso lo sapeva; perciò cercava, prima di morire, di trasmettere ai suoi rampolli ciò che gli restava di vita.

Perciò le pianticine si sviluppavano tanto in fretta ed io, che volevo dar sollievo al vecchio pioppo, non ero riuscito che ad uccidere i suoi figli

 

LEV TOLSTOJ

Da “I quattro libri di lettura” – Liguori Editore

Foto: Rete

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