Domenico mi ha passato questa foto di nu Pascuno di molti anni fa.
Mi pare fosse u Capumulino.
Guardandola mi ha preso un po’ di mestizia. Il tempo macina i giorni delle nostre vite rapidamente. Tutto passa in fretta. A volte è una liberazione, altre volte è rammarico, nostalgia, ammonimento:
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi,
oggi sìan, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi.
Ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Ciascun suoni, balli e canti,
arda di dolcezza il core:
non fatica, non dolore!
Ciò che ha esser, convien sia.
Chi vuole esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
(“Canzona di Bacco” Lorenzo de’ Medici)
I Pascuni, nel tempo della bella stagione, sono stati (e sono) sempre occasioni di convivialità.
Un rito che prevedeva cibi semplici e abbondanti libagioni in onore di Dioniso.
L’essenziale non era ingozzarsi, ma stare in compagnia.
Pascuno deriva dal latino pascĕre, mangiare, cibarsi di qualche cosa, nutrire.
One Reply to “Pascuno”
Questa foto la rivedo con piacere. Tra i fotografati non appaio perché la foto la feci io. Di quella giornata, fu un bel divertimento anche per l’ottimo vino, conservo altre foto. Momenti di bella convivialità e di giovane età. Eravamo vicino la casa della buonanima dell’avvocato Settimio Forestieri.