Le infiorate del Corpus Domini

Bolsena

 

La festa del Corpus Domini, che cade prevalentemente in giugno, si celebra con processioni in tutto il Paese e con le infiorate tipiche dell’Italia centrale. La più grandiosa è quella di Genzano, una cittadina sui colli Albani a sud di Roma, dove una via è letteralmente ricoperta di grandi quadri formati da fiori. Per eseguire l’opera si divide la strada che scende dalla cattedrale in tanti settori di venti metri per nove.

L’infiorata rimane intatta fino al passaggio della processione che la calpesta. Così avviene anche alla Fiorita di Cetona, in Toscana, e al Tappeto di petali di Spello, in Umbria, dove ogni rione sceglie in gran segreto il tema da comporre.

Ma l’infiorata più suggestiva si svolge a Bolsena, sul lago omonimo, perché vi avvenne il miracolo che spinse papa Urbano IV a istituire per tutta la Chiesa una festa, che era già celebrata nell’Europa centrale, il Corpus Domini.

La prima a proporre un ufficio in onore del corpo del Cristo era stata santa Giuliana di Cornillon, una monaca del secolo XIII, che aveva avuto più volte una strana visione: al momento della preghiera le appariva la luna cui mancava sempre un pezzetto; e lei credeva che quella luna simboleggiasse la mancanza nella liturgia cristiana di una festa in onore del Santissimo Sacramento. La sua idea fece proseliti fra cui Jacques Pantaléon, arcidiacono di Liegi e futuro papa Urbano IV; sicché la solennità cominciò a essere rispettata prima a Liegi e poi in tutta la Germania.

Nel 1263 un sacerdote boemo, Pietro di Praga, che dubitava della transustanziazione, venne a Roma in pellegrinaggio. Durante il viaggio di ritorno fece tappa a Bolsena. La mattina, mentre stava celebrando la messa nel santuario di Santa Cristina, vide il sangue ribollire nel calice e stillare copiosamente dall’ostia appena consacrata, macchiando il corporale e i gradini dell’altare. Incapace di continuare la funzione, trasportò le specie eucaristiche in sacrestia macchiando anche il pavimento.

Quei marmi furono sistemati nel 1574 sulla parete e poi, alla fine del secolo XVII, nella nuova cappella del Miracolo dove tre sono racchiusi in teche mentre il quarto, la Sacra Pietra, si trova sopra l’altar maggiore, esposta ai fedeli.

 

ALFREDO CATTABIANI

Da “il lunario” – Mondadori

Foto: RETE

Ti potrebbero interessare:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Close