Spese partiti, nuovo regolamento al Senato, ma la trasparenza dei conti rimane lontana

ROMA – I conti dei gruppi parlamentari, nonostante gli scandali che hanno travolto la politica, sono poco trasparenti e rischiano di rimanerlo ancora perché il provvedimento che il Senato si accinge a votare non considera i rendiconti delle singole spese, ma affida a società esterne la revisione contabile dei bilanci nel loro complesso. La proposta di modifica del regolamento interno che domani il Senato dovrebbe votare è stata al centro di un servizio di Report, dedicato a far luce sull’utilizzo di quei 75 milioni di euro che i gruppi parlamentari, ovvero i partiti, ricevono per le spese dalle presidenze di Camera e Senato. Una cifra non solo ragguardevole e che si aggiunge ai 300milioni di euro che annualmente la legge eroga a tutti i partiti politici per “rimborsi elettorali”, ma consente anche vantaggi degni di un paradiso fiscale dal momento che i regolamenti parlamentari non impongono alcun tipo di rendicontazione. I fondi che i singoli gruppi ricevono serve a mantenere in efficienza un sistema complesso; un gruppo parlamentare ha in organico una folta schiera di personale che gravano sul bilancio del gruppo e percepiscono un’indennità che è qualificata come rimborso, e non come compenso, restando quindi esenta da tasse. L’indennità dei capigruppo inoltre ha un valore del tutto discrezionale, e non viene reso pubblico. Report denuncia anche la “zona grigia” dei gruppi misti: ai loro membri si continua a garantire un’indennità tra i 75mila e i 150mila euro annui ciascuno. In un quadro tanto poco trasparente dove le maglie del controllo sono così larghe,  l’opacità sulla gestione e la destinazione d’uso di tali cifre sembra riguarda anche gli stessi membri dei gruppi parlamentari. In questo contesto, si inquadra il voto di domani a Palazzo Madama: il nuovo regolamento affiderà ad una società di revisione esterna il bilancio dei gruppi parlamentari ma continuerà a non prevedere la rendicontazione documentale delle spese sostenute dai gruppi parlamentari.

Fonte: la Repubblica

Foto: cadoinpiedi.it

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