I boschi calabresi, una grande risorsa

 

In Sila – Autore: ALESSANDRO SAFFO

 

I boschi calabresi sono un patrimonio di grande valore. In termini di risorse forestali, la Calabria si colloca per consistenza boschiva (480.528 ha), indice di boscosità (31,8%) e produzione legnosa annua (732.181 m3) ai primi posti tra le regioni d’Italia (Istat, 2003). La vocazione silvana della regione è confermata dalla sua storia più recente, con l’opera di ricostituzione e ampliamento della superficie boscata che, dal 1957, ha interessato una superficie totale di 150.000 h.

Le specie forestali coinvolte sono soprattutto conifere: il pino laricio (30.000 ha), distribuito sul gruppo montuoso della Sila, sull’Altopiano delle Serre, e sull’Aspromonte, i pini mediterranei  (22.000 ha) sulla costa ionica e tirrenica. Tra le latifoglie, gli eucalipti sono stati introdotti su circa 26.000 ha, soprattutto lungo la fascia ionica, per fornire, con turni brevi (10-12 anni), l’industria cartiera.

Una situazione complessa

Le utilizzazioni legnose in Calabria, sia pur con andamento alternato, nel decennio 1994/2003, hanno mostrato un andamento positivo; nel 2003 sono state superiori del 16% rispetto al 2002. Questa crescita produttiva è in gran parte dovuta agli aumenti di utilizzazione della legna da ardere (+36%), mentre il legname da lavoro presenta una leggera diminuzione (-6%): l’80% del legname utilizzato è di latifoglie e più del 60% è destinato per usi energetici.

In Calabria, l’offerta di legname da industria, da sempre di scarsa rilevanza, attualmente è ancora molto ridotta.

A livello nazionale sono diminuiti i prelievi di querce e faggio, mentre tiene l’offerta di castagno, soprattutto per piccola paleria. L’offerta di legname di basso valore per la produzione di pannelli, paste ed energia, per la notevole domanda locale e nazionale, è in linea teorica un settore con notevoli potenzialità.

I boschi cedui e le formazioni con limitate potenzialità produttive di legname da industria, molto diffuse nella regione, sono soggette a sviluppi di mercato per l’utilizzazione di legname per cippatura o sfibratura a fini industriali e all’impiego energetico di biomasse, il cui sviluppo su ampia scala in Calabria è ancora in una fase iniziale: attualmente sono 5 impianti di produzione, con un potenziale di assorbimento di 2.25 M ton, un volume molto superiore alle attuali condizioni dell’offerta regionale.

Croce di Magara

 

Aree protette e parchi naturali

In Calabria, regione dalla natura aspra e selvaggia, tre sono i Parchi nazionali (Aspromonte, Sila e Pollino, quest’ultimo a cavallo con la Basilicata) e la percentuale di territorio protetto supera il 13% della superficie regionale. Nel Parco della Sila, alle altitudini superiori predomina il faggio; al limite inferiore il parco confina con le pinete di larici e spesso con l’ontano napoletano.

Il faggio, che eccezionalmente per particolari condizioni ecologiche, confina con le querce, in vaste zone regredisce a favore dell’abete bianco. Questo tipo di abete sta dimostrando una notevole resistenza alle “piogge acide”, ed è per questo che si hanno crescenti richieste di seme dall’estero.

Tra le altre specie arboree, il pioppo tremulo, il tiglio, l’acero napoletano, l’acero di lobel, l’acero montano, il salicone, l’agrifoglio, il ciliegio selvatico, il prugno cocumilio, il melo selvatico.

Pollino

Nella fascia costiera del parco dell’Aspromonte si trovano piantagioni di ulivi, aranci, limoni e mandarini. Sul versante ionico viene coltivato il bergamotto. Sul massiccio montuoso i boschi coprono circa 40.000 ha.

La foresta sempreverde delle quote basse è dominata dal leccio, una specie arborea molto resistente. Alle altitudini medio-basse (fino ai 1.000 m) sono anche molto diffusi i castagni.

Le quote fino a 1.200 m sono l’habitat preferito dell’acero di monte, del frassino e dell’ontano napoletano. Sul versante ionico si trovano numerose caducifoglie. L’albero forse più caratteristico dell’Aspromonte, il pino laricio, alto e con una stretta chioma che permette la formazione di foreste densissime, si trova sul versante tirrenico, a quote comprese tra gli 800 e i 1.700 m. Sul versante tirrenico, a clima fresco e umido, le foreste delle quote medioalte sono dominate dal faggio.

Rossale

Il Parco Nazionale del Pollino è il più grande d’Italia (192.000 ha.), segna i confini meridionali tra Basilicata e Calabria e si eleva oltre i duemila metri con cime come il monte Pollino (2248 m), serra Dolcedorme (2267 m). L’ultimo periodo di glaciazione (circa 100 milioni di anni fa) ha consentito il passaggio della vegetazione dai Balcani all’Italia meridionale con l’attecchimento dei pini loricati su alcune montagne della Basilicata, della Campania e della Calabria. Con la fine del periodo glaciale il livello del mare è risalito e il pino loricato, incalzato dal faggio, si è ritrovato sulle cime più alte del meridione. Oggi il pinus leucodermis è il simbolo del Pollino e sopravvive in oltre 2.000 esemplari. La vegetazione è diversificata: nella fascia sopramediterranea fino ai 1100 m, dominano le diverse varietà di querce (roverella, cerro, farnetto, castagno, ontano napoletano, carpino orientale ecc.); nella fascia montana prevale la faggeta pura o in formazioni miste con castagno, cerro ed aceri; nelle quote più basse il faggio si accompagna all’agrifoglio e all’acero d’Ungheria; sul versante settentrionale del Parco il faggio si trova associato all’abete bianco.

Le potenzialità della Calabria

Circa 1,5 milioni di metri cubi annuali, ripartiti in:

750 mila m3 , mercato delle biomasse, pari al 55% dell’interopotenziale  produttivo legnoso regionale;

300 mila m3 , mercato della legna da ardere, pari al 20%;

150 mila m3 , prodotti di paleria agricola e per ingegneria naturalistica, pari al 10%;

120 mila m3 , comparto industriale dei segati e tranciati, pari all’8%;

altre percentuali residue potrebbero essere destinati alla produzione di pannelli lamellari e per la produzione di carbone vegetale (7% c.a)

Uso del suolo in Calabria

Calabria in cifre

Superficie boscata: 480.511,00 h, montagna 320.883 h. (66,8%), collina 148.848 (31,0%), pianura 10.780 ha. (2,2%)

Proprietà: privati 268.984 ha. (56,0%), Comuni 143.626 (29,9%), Stato/Regioni 52.260 (10,9%), altri Enti 15.441 (3,2%)

Tipologie fisionomiche: fustaie 303.035 ha. (63,1%), cedui 166.383 (34,6 %), macchia mediterranea 11.093 (2,3 %)

Origine: boschi naturali 360.000 ha. (75,0%), rimboschimenti 120.000 (25%) tipologie colturali:

– boschi naturali: querceti 102.000 ha. (28,3%), castagneti 95.000 ha. (26,4%), faggete 74.000 ha. (20,5%), pinete 55.000 ha. (15,3%), popolamenti misti 31.000 ha. (8,6%) abetine 2.000 ha. (0,6%), ontaneti-cipresseti- pioppeti-acereti 1.000 ha. (0,3%) – boschi artificiali: pinete di laricio 35.000 ha. (29,2%), eucalitteti 26.000 ha. (21,7%), pinete di pini mediterranei 22.000 ha. (18,3%),  abetine di douglasia 4.000 ha. (3,3%)

(dati Istat 2003)

Di Paola Pianzola

Da http://www.guidafinestra.it/allegati/32290

Foto:RETE

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