
Domenico Giannotti al Ponte di Ferro
Diceva Alfred Korzybski, un polacco che ha indagato i limiti della conoscenza umana, che “La mappa non è il territorio e il nome non è la cosa designata”.
Come dire: attenzione, le parole che usiamo sono segni che solo approssimativamente riconducono alla cosa significata. I nostri pensieri, il racconto che noi facciamo del mondo, sono i nostri pensieri, il nostro modo di vedere il mondo. Sono la mappa.
La realtà, il territorio, il mondo è tutta un’altra cosa.
Eppure le parole a volte conservano tracce della loro origine
Per esempio i cognomi. Molti hanno avuto origine da caratteristiche fisiche: Gobbo, Mancino, Destro, Grasso, Zoppo, Piccolo, ecc. Altri da mestieri: Fabbri, Muratori, Sarti, ecc.. Altri da luoghi: Napoli, Ferrara, Milano, Montagna, Silvestri (dal latino silva = bosco) , Cosentino, Campagna, Laino, ecc.
Anche i nomi di luoghi portano con sé qualche caratteristica della località designata. Qualche esempio: Petrosa, Mancosa, Laccata (dal latino lacus = lago), Olivaro, Suvarita, ecc.
Oggi, un giovane di Orsomarso non sa spiegarsi come mai un certo luogo del suo paese viene indicato come Turricedda, un altro come Ponte ri firro, un altro ancora come Camposanto vicchio o Donnasita.
Bisogna andare indietro nel tempo. E la spiegazione si trova.
Questa foto mostra perché quella determinata località di Orsomarso viene chiamata Ponte ri Firro.