Il passato che ritorna

 

Molti di voi crederanno che questa foto, molto bella, venga dal nord Europa.
Invece quella bambina straordinariamente carina, al centro, è la mamma di un mio carissimo amico ed il signore coi baffi, dietro, è il nonno.

L’abbigliamento ci dice che siamo all’inizio del secolo scorso. I volti rivelano poco di mediterraneo.

Perché?

Il discorso sarebbe lungo. Qui si procede con leggerezza.

 

Nel 568 arrivano in Italia i Longobardi. Si distribuiscono su tutta la penisola formando tanti ducati. A sud il più importante è quello di Benevento. Il suo territorio si estende fino al confine calabro lucano; le zone nostre, per intenderci. E, tra alterne vicende, la sua presenza dura un bel po’.

Nell’XI secolo arrivano i Normanni.

Nel 1194, l’imperatore svevo Enrico VI, in ragione del suo matrimonio con Costanza di Altavilla, unisce la corona imperiale a quella di Sicilia. Quello stesso anno, vede la luce un bambino che farà molto parlare di se: Federico II.

Che c’entra tutto questo con la foto?

C’entra, perché Longobardi e Normanni hanno lasciato tracce genetiche in Sicilia, in Calabria, in Puglia, in Campania, ecc.

Anche il linguaggio, che vive come una spugna, assorbe e conserva qualcosa delle vicende umane.

Il cognome PANDOLFI, per esempio, è un retaggio longobardo.
Pandolfi (con tutte le sue varianti) è diffuso in tutt’Italia. Ha un ceppo importante in Lombardia, nelle Marche, nell’alta Toscana, nel Lazio, nel napoletano e nel cosentino. Deriva dal nome longobardo Pandulf latinizzato in Pandulfus. È composto da *BANDWO- “vessillo, bandiera” e *WULFA- “lupo”; guerriero valoroso.

Oppure GUALTIERI, con le varianti GALTIERI, GUALTIERO o GUALDIERO.
Gualtieri è diffuso in tutta Italia, ma frequente solo in Calabria e Campania. Deriva dal nome personale longobardo Walthari o Waldhari con il significato di «potente nell’esercito» (dal germanico *waldaz – «potente, capo» e da *harja- «esercito»), latinizzato in Gualterius

Tra i nomi di persona Alberto, Aldo, Beltrame, Berto, Gottardo, Guido, Mainardo, Romilda Umberto, solo per citarne alcuni, sono di origine longobarda.

Per i nomi comuni, la parola Balk, o Balkō, longobardo per trave, ha originato finestra, balcone in italiano. Tra i nomi di luogo c’è Longobardi, in provincia di Cosenza, Galdo (da WALDO “bosco”) in territorio di Lauria Pz , Liprandi dal nome LIUTPRANDO, ECC.

E per finire FAIDA, il regolamento di conti tra famiglie mafiose. Ci arriva dai Longobardi. Lì però era un vero istituto giuridico formalizzato. Si trattava di un duello o di una guerra risarcitoria ben definita, col fine di ripristinare la pace fra le parti e di fare espiare al primo offensore la propria colpa.

Foto: Amedeo Campagna

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