LA SOLITUDINE

“Tutta l’infelicità degli uomini viene da una sola cosa, non sapersene stare in pace in una camera… ecco perché gli uomini amano tanto il rumore e il trambusto… Obbediscono a un segreto istinto che li spinge a cercare fuori di sé il divertimento e l’occupazione… La noia, con la consueta autorità, non smetterebbe di uscire dal fondo del cuore, dove ha radici naturali, colmando lo spirito di veleno” (B. Pascal).

Dice Vito Mancuso che da noi vi è “una duplice e contraddittoria disposizione di fronte al silenzio”.

Da un lato, poiché l’anima occidentale si ritrova assediata dal rumore e dal nervosismo e quindi bisognosa di quiete, il silenzio “è sentito come un’esigenza profonda dell’anima”.

Dall’altro lato però in noi c’è anche “un indubbio timore di fronte all’esperienza del silenzio”, il quale ricorda da vicino la morte. Molte sono le persone che non possono vivere senza la tv costantemente accesa.

L’horror vacui è un principio nella sfera psicologica e “dice la paura di fronte alla noia, la necessità di ricorrere al divertissement come uscita da sé, come dispersione, per vincerla”.

“La nostra energia interiore è sempre proiettata verso l’esterno, di modo che se non c’è più un punto esterno a cui appoggiarsi, cade, sente il vuoto, e le sembra di morire”. Per questo motivo c’è una grande difficoltà nel fare silenzio.

“Lo si può fare solo a patto di saper vincere la paura del vuoto, così vicino al senso del nulla e della morte, e soprattutto solo di avere un punto fisso dentro di sé a cui legare saldamente il bisogno di relazione che noi ospitiamo, che noi radicalmente siamo”.

Dal  web

ORSOMARSO – Vico Pianetta

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