Inizi anni ’60. Una bella foto del Palazzotto. In primo piano l’ingresso della casa di Zi’ Giuritta, vicino la Fontana del 26 .
Notate l’assenza completa di macchine. La sabbia sulla strada non crea problemi; e se li crea bisogna arrangiarsi.
In fondo il Palazzotto.
E’ stata sede, per alcuni anni, delle scuole elementari.
Negli anni ’50 non c’erano stufe, ci si riscaldava al focolare o col braciere. La sera, per trovare il letto caldo, si prendeva un mattone o un pezzo di tegola e si accostava al fuoco. Al momento giusto lo si avvolgeva con uno straccio e si metteva tra le lenzuola.
Lucia di Federico faceva la bidella (la chiamavamo così, non ricordo il cognome. Federico era il nome del marito).
Non solo puliva le aule, d’inverno provvedeva anche al riscaldamento. Andava la mattina presto, preparava i bracieri (uno per ogni maestro), e, con un pezzo di cartone usato come ventaglio, faceva accendere i carboni. Quando la brace era pronta, li portava nelle aule.
Noi ragazzi i bracieri ce li portavamo da casa. Usavamo una vecchia padella. Si metteva un po’ di cenere e poi la brace. Entrati in classe li sistemavamo sotto i banchi.
È facile immaginare che queste padelle facilmente diventavano causa di scontri. Ed allora si trasformavano in strumenti di combattimento, con la cenere che volava per aria.
Altri tempi.
Nota a margine
Che peccato che al Palazzotto abbiano cambiato i connotati!
Ad Orsomarso non si è mai rispettato il Genius loci. Spesso sono state fatte scelte sbagliate a danno della storia di questo paese.